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Locali no profit erano in realtà night club: “ballerine-prostitute” nel mirino del Fisco

La Guardia di Finanza di Treviso indaga su due circoli ufficialmente destinati alla promozione del tempo libero, ma nei quali, secondo l’accusa, si esibivano e si prostituivano alcune ragazze.
A cura di Biagio Chiariello
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All'apparenza erano associazioni culturali "no profit" impegnate nella promozione del tempo libero, nella realtà dei fatti si trattava di locali lap dance, per i quali lavoravano in nero 109 persone, per la quasi totalità donne. Non è tutto. Secondo gli inquirenti, le ragazze che si esibivano nei club, non si limitavano a ballare ma si prostituivano. E' quanto, in sintesi, ha portato alla luce l'operazione "Last Dance" della guardia di finanza in due locali di San Fior e Villorba, nel Trevigiano. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno fatto seguito a quelle condotte dalla polizia, poi concluse con il patteggiamento dei due titolari dei locali per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

C'è da dire che i due sono padre e figlio, il primo 60 enne e il secondo di 30 anni, residenti in provincia di Venezia. Dalle verifiche dei finanzieri è emerso l'occultamento di un base imponibile di 1.5 milioni di euro, somma che costituirebbe gli incassi delle associazioni dal 2008 al 2011. Secondo le carte della accusa: "i due circoli o svolgevano prevalentemente attività commerciale con conseguente riqualificazione in società di fatto e perdita dei requisiti per il godimento delle agevolazioni fiscali, nonchè ripetute inadempienze alla normativa del lavoro e previdenziale" per 109 lavoratori risultati del tutto fuori norma. Per questi motivi "sono previste sanzioni amministrative fino a 500 mila euro".

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