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Sentenza Eternit, i sindacati pronti a ricorrere in appello (VIDEO)

La Fillea e la Cgil stanno considerando la possibilità di ricorrere in appello in merito alla prescrizione dei reati della Eternit di Bagnoli. I sindacati campani: “In aree vesuviane disastro ambientale che provoca ancora morti”.
A cura di Daniela Caruso
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Attesa per la sentenza sul processo Eternit

La sentenza in merito al processo Eternit da un lato ha dato giustizia alle vittime e alle famiglie, ma dall'altro ha creato un'ulteriore ferita nei cuori dei familiari degli operai di Bagnoli per i quali non è stata fatta giustizia, in quanto i reati commessi precedenti al 1999 non sono stati tenuti in considerazione nella formulazione della sentenza per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, 65 anni e de barone belga Louis De Cartier de Marchienne di 91 anni, condannati entrambi a 16 anni di reclusione. La prescrizione dei reati di Rubiera e di Bagnoli ha fatto insorgere la rabbia e la disperazione dei parenti, anche online, mediante diversi forum di discussione creati ad hoc. Vittime di serie B? Questa è la domanda che si pongono mogli, figli degli operai che non ce l'hanno fatta.   La prescrizione si fermerebbe al 1971 per i reati contestati in Emilia Romagna, dove sono morti 64 operai.

A Bagnoli, la Fillea, sindacato dei lavoratori delle costruzioni, che venga riaperto il caso dello stabilimento campano dell'Eternit e che vengano analizzate nuovamente le drammatiche conseguenze che ha provocato l'amianto. Franco Tavella, segretario della Cgil Campania, ha dichiarato che "La sentenza pronunciata dal Tribunale di Torino sul caso Eternit è esemplare e ripaga di tante battaglie sindacali"."Tuttavia – osserva Tavella – resta incomprensibile la prescrizione del reato a Bagnoli. Il giudizio rischia di apparire iniquo rispetto a quanto deciso per gli altri siti". Il segretario, inoltre, ha aggiunto che il sindacato è deciso a ricorrere in appello. A Bagnoli sempre più persone si ammalano di cancro "a causa dell'inquinamento provocato dall'Eternit e dalla mancanza di qualsiasi misura di prevenzione".

A sottolineare tutto questo è Giovanni Sannino, segretario Fillea Cgil Campania, il quale fa notare anche il fatto che "nell’area, ancora oggi, permane una contaminazione da amianto perché la bonifica è giunta solo al 50% a causa dell’esaurimento dei fondi. Ciò si è verificato perché nella zona è stato ritrovato più amianto del previsto. Dalle deposizioni fatte alla magistratura, inoltre, si evince che l’inquinamento non riguarda solo l’area della fabbrica, ma tutta quella circostante a causa dell’illegale smaltimento dei residui". Un "disastro ambientale" per il quale la Cgil sta valutando tutte le condizioni per poter ricorrere in appello per dare giustizia a chi non l'ha ancora ricevuta.

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