Senato USA: “Parenti vittime dell’11 settembre potranno fare causa all’Arabia Saudita”
Polemica diplomatica in vista tra Washington e Riad. Il Senato americano ha infatti approvato all’unanimità la legge che dà la possibilità ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime dell’11 settembre di fare causa e chiedere risarcimenti al governo dell’Arabia Saudita, da più parti accusata di aver avuto un ruolo ma che ha sempre negato ogni coinvolgimento negli attentati. La legislazione deve ancora essere analizzata dalla Camera, e l’amministrazione di Barack Obama ha minacciato di bloccarla con il veto presidenziale. Le intenzioni del presidente USA sono state diffuse dal portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, che ha sottolineato come questa approvazione del Senato può avere conseguenze inattese e l’inquilino della Casa Bianca, ha detto, ha "serie preoccupazioni" in merito all'iniziativa.
Chi invece si dice soddisfatto è il senatore, Chuck Schumer, che ha espresso su twitter tutta la sua gioia per il risultato ottenuto dal principale ramo del parlamento: "Oggi, il senatore John Cornyn e io siamo orgogliosi di annunciare che siamo un passo più vicini alla giustizia per le vittime degli attacchi terroristici del 9/11".La legge, chiamata Giustizia contro gli sponsor del terrorismo, se approvata permetterebbe alle famiglie delle vittime degli attacchi alle Torri Gemelli di citare in giudizio il governo dell'Arabia Saudita per il suo ruolo nell’11 settembre. L'amministrazione Obama da parte sua si è detta preoccupata che la normativa possa avere conseguenze inaspettate per la dottrina giuridica nota come "immunità sovrana", in base alla quale uno Paese non può essere perseguito in una causa civile o penale. Riad avrebbe già minacciato rappresaglie: in caso di approvazione definitiva della legge darebbe l’okay a vendite in massa dei 750 miliardi di dollari in titoli del Tesoro americano e altri asset d’oltreoceano oggi nelle sue casseforti, con l’obiettivo di evitare che possano essere congelati da battaglie legali nei tribunali USA.
