47 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Sempre meno omicidi in Italia, ma i media preferiscono raccontare un’altra storia

Un analisi dei dati relativi agli omicidi commessi in Italia dal 2004 al 2016 dimostra che nel Paese la sicurezza è andata aumentando di anno in anno. Nonostante ciò, la percezione di insicurezza dei cittadini è aumentata e in molti credono di vivere in un Paese profondamente insicuro.
A cura di Charlotte Matteini
47 CONDIVISIONI
omicidio

Davvero l'Italia è un Paese così insicuro come molti sostengono? Per rispondere a questa domanda è necessario analizzare alcuni dati, come ad esempio il numero di reati commessi in Italia in un dato periodo. Come già annunciato il 31 dicembre dello scorso anno dal ministro degli Interni Angelino Alfano, la tendenza negli ultimi anni ha evidenziato un calo del fenomeno pari a circa il 10%, che è andato a sommarsi al calo registrato anche negli anni 2013 e 2014. I dati, dunque, suggeriscono una tendenza che sembrerebbe avvalorare una realtà opposta alla tesi che domina la narrazione mediatica degli ultimi anni. In Italia si commettono meno reati, numero in costante diminuzione da molti anni. Ma allora per quale motivo le persone si sentono più insicure rispetto al passato?

Prendiamo per esempio il dato relativo agli omicidi: nel 2015, il numero complessivo dei delitti commessi nel nostro Paese è stato pari a 468, in lieve diminuzione rispetto all'anno precedente (475). Dai dati, però, non solo si evince una flessione del numero di omicidi, in costante calo da più di vent'anni, ma rispetto al passato si è raggiunto il più basso tasso di delitti della storia d'Italia, pari a 0,80 ogni centomila abitanti. Negli anni successivi all'Unità d'Italia, per esempio, il tasso toccava invece il 6,8 per centomila abitanti, ovvero otto volte più dell'attuale.

 

Come riporta sul portale Lavoce.info il professor Marzio Barbagli, il rischio che un uomo possa rimanere vittima di un omicidio è sensibilmente calato rispetto agli anni '80 e '90, sia in termini assoluti, che percentuali. "A Palermo, ad esempio, nel 1982 furono commessi ben centododici omicidi, nel 2015 invece otto", scrive Barbagli. Non solo, se si confrontano per esempio i dati europei, dall'analisi è possibile evincere che l'Italia, dopo che per secoli è stato il Paese con il tasso di omicidi più alto di tutta l'Europa settentrionale, è oggi invece uno degli Stati con il tasso più basso, più basso di Francia, Grecia e Regno Unito per esempio.

 

Nel corso del 2014, per esempio, il numero degli omicidi volontari scese sotto le 500 unità, passando da 502 del 2013 a 475 l'anno successivo, confermando dunque il trend in discesa. Per quanto riguarda invece il genere delle vittime di omicidio, il 31,1% è di sesso femminile, sempre nel 2014. Dai dati disponibili, si evince inoltre che molto spesso le vittime di sesso femminile conoscono il proprio assassino: nel 55% circa dei casi si tratta del partner o di un ex partner, nel 22,3% di un parente, nel 9% circa di un semplice conoscente e solo nel 7% di uno sconosciuto (Dati 2014). Nonostante la diminuzione del numero di reati violenti commessi in Italia, però, la percezione di insicurezza è andata via via aumentando nel corso degli anni successivi.

Analizzando per esempio gli ultimi dati a disposizione, diramati dal Ministero dell'Interno lo scorso agosto, il calo degli eventi delittuosi è evidente: rispetto al 2014, dal primo agosto 2015 al 31 luglio 2016 in numero di omicidi è calato di oltre 70 unità, attestandosi a 398. Di questi 398 omicidi, 49 sono attribuibili alla criminalità organizzata mentre 138 sono omicidi volontari e, stando ai dati raccolti, rispetto al numero totale, si evince che tendenzialmente questo tipo di delitto viene commesso da persone conosciute dalla vittima: in 54 casi l'omicida era il partner, in 17 casi l'ex partner e in 64 casi di familiari o parenti. Solo in 3 casi su 138 l'omicidio è stato commesso da conoscenti o persone sconosciute.

Nonostante la tendenza politica degli ultimi anni cerchi di cavalcare l'onda della paura e del terrore, i dati sembrano restituire un quadro decisamente differente rispetto alla realtà prospettata in televisione e dai media in generale. Come rilevato pochi mesi fa dal presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, Piercamillo Davigo, spesso gli italiani sono convinti di vivere in un Paese molto insicuro "perché lo dice la tv" e non perché abbiano vissuto in prima persona esperienze dirette.

 
47 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views