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Segregata in casa dal compagno e venduta come schiava del sesso per 20 euro a decine di uomini

La vittima veniva chiusa in casa: il compagno barricava porte e finestre e faceva entrare solo i clienti, che pagavano 20 euro per ciascuna prestazione sessuale.
A cura di Davide Falcioni
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Una donna di Palermo di 28 anni è stata costretta a vivere per sei anni con un uomo di 51 che la costringeva a prostituirsi: quest'ultimo è stato raggiunto questa mattina da un provvedimento di custodia cautelare in carcere disposto dalla Procura della Repubblica, che lo accusa di sequestro di persona, riduzione in schiavitù, induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Le indagini, coordinate da Siro De Flammineis, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, hanno avuto inizio dalla denuncia presentata nel maggio scorso dalla vittima. La ragazza, accompagnata dal padre, si è recata alla caserma dei Carabinieri di Partinico e, fra le lacrime, ha raccontato che dal 2010 era costretta a subire violenze e abusi.

Stando a quanto riferito dalla donna il 51enne la segregava sistematicamente in casa, chiudendo la porta di ingresso dall'esterno con un lucchetto e sbarrando le finestre con delle tavole di legno fissate con chiodi. La giovane era inoltre costretta ad avere rapporti sessuali con uno o più uomini, secondo modalità e appuntamenti determinati dal compagno. Ogni rifiuto aveva come conseguenza un pestaggio e in due casi la donna è stata costretta a recarsi in ospedale per essere curata. In un'occasione ha riportato la frattura del setto nasale; nell'altra un trauma cervicale e un aborto.

Gli abusi venivano compiuti nella maggior parte dei casi all'interno della loro casa, ma in alcune occasioni anche in auto o in campagna. Per ogni prestazione il compenso era di 20 euro che andavano direttamente al 51enne e che servivano per il pagamento dell'affitto del loro appartamento. Sovente il denaro veniva accompagnato da generi alimentari. Le violenze e gli abusi sarebbero andati avanti dal luglio del 2010 ad aprile del 2016 e sarebbero stati commessi fra i comuni palermitani di Cinisi, Terrasini e Partinico.

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