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“Se vuoi lavorare devi leccarmi i piedi”. Storie di schiavismo in Abruzzo

Una paga da 3 euro l’ora, senza contratto, per 12 ore al giorno. In più le umiliazioni e gli insulti. Una storia di schiavismo denunciata da due operai in provincia di Teramo. Indagano le Fiamme Gialle.
A cura di Davide Falcioni
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Aldo e Cristina (nomi di fantasia, ndr) hanno 33 e 23 anni: il primo è disoccupato da due anni dopo che l'azienda dove lavorava come operaio ha chiuso i battenti. Da mesi non ha reddito: niente soldi per l'affitto, la benzina, una birra con gli amici. La seconda è una studentessa, si è trasferita dal Sud Italia e che come tante sue coetanee voleva fare un gruzzolo e mettere da parte qualcosa. Sono entrambi abruzzesi, della provincia di Teramo, e si sono conosciuti in un'azienda agricola per la raccolta delle olive dopo aver risposto a un annuncio per la ricerca di operai: un impiego molto probabilmente temporaneo che tuttavia avrebbe permesso loro di essere occupati per qualche settimana, o qualche mese.

Le premesse del datore di lavoro, imprenditore agricolo impiegato nella raccolta delle olive, non furono delle migliori fin dall'inizio: "Ci disse che avremmo dovuto dare la massima disponibilità, sette giorni se sette, per tutta la durata della raccolta". Neanche un giorno di riposo settimanale, dunque, ma almeno la prospettiva di guadagnare finalmente qualcosa. Invece il primo giorno si è dimostrato subito un incubo: arrivati nei campi alle 7 del mattino, se ne sono andati alle 20 dopo 13 ore di lavoro: "Il titolare ci ha dato 40 euro in contanti: fanno 3 euro ad ora, una paga da fame", spiega Aldo.

I due non sapevano che le cose sarebbero andate anche peggio: il titolare aveva garantito di emettere un regolare contratto di lavoro, ma dopo due giorni non ce n'era nessuna traccia. Non solo: i due avrebbero dovuto conoscere oltre allo sfruttamento anche le umiliazioni e gli insulti. "Senza nessuna ragione, dal secondo giorno il titolare dell'azienda ha cominciato a insultarci. Frasi come ‘Io sono il dittatore. Voi dovete fare quello che dico io come Cristo comanda'". Ma il repertorio delle ingiurie è ancor più vasto. Come riportano le denunce presentate alla Guardia di Finanza di Giulianova, chiamata ora a indagare e fare piena luce sulla vicenda, il titolare avrebbe pronunciato altre pesanti affermazioni: "Se hai voglia di lavorare domani mattina vieni qua e mi lecchi i piedi”, "voi siete delle merde, non volete lavorare e domani mattina al posto vostro ne trovo altri cinquanta che mi vengono a lavorare per 40 euro zitti e muti", "i miei insulti per voi devono essere il pane quotidiano", "voi rappresentate gli italiani paraculi che non si vogliono sporcare le mani. Di negri al posto vostro ne trovo una marea".

Il lavoro dei due è finito dopo una settimana, dopo le ennesime umiliazioni insopportabili, dopo il quinto giorno di lavoro in nero, per tre euro ad ora, in un campo. Aldo e Cristina hanno sporto denuncia alla Guardia di Finanza di Giulianova: spetterà ora alle Fiamme Gialle indagare e fare piena luce sulla vicenda.

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