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Se hai vissuto un momento di vera felicità, eri off line

L’ultima volta che siete stati felici, ve la ricordate? Di ricordi felici ce ne sono a migliaia nella vita di ogni persona, ma ognuno di quei momenti avrà certamente in comune la stessa costante: l’essere stato vissuto nella vita reale, completamente slegato dalla propria esistenza online.
A cura di Charlotte Matteini
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Chiudi gli occhi e pensa: quand'è stata l'ultima volta che hai vissuto un momento di vera felicità? Domanda non banale, potrebbe rivelarsi molto difficile rispondere per molte persone. Quando me l'hanno posta la prima volta, io non ho saputo dare una risposta. Ho rimandato, ho preso tempo per pensare, per vagare tra i ricordi. Trovare la risposta a quella domanda non è affatto facile, è necessario guardarsi dentro, attraversare ricordi magari nemmeno così piacevoli, scavare nella mente e analizzarsi.

Da bambini, quando ancora si riusciva a godere delle piccole cose senza tutte quelle sovrastrutture che ci portano a non assaporare più i veri momenti belli della vita. Oppure da adolescente, tra una crisi di pianto da bassa autostima e l'altra. E poi, ancora, da adulta. Una cena, un'uscita con le amiche di una vita oppure con quelle appena conosciute. Una serata con i colleghi, un week-end fuori porta, una gita mordi e fuggi. Di momenti di vera felicità, la nostra vita ne è costellata e lo sarà sempre. Probabilmente sul momento non riusciremo a goderne appieno, non li considereremo tali, ma ci sono e sono anche tanti.

Se ripenso ai miei momenti allegri, mi rendo conto che il filo conduttore di ogni attimo felice si può facilmente ricondurre, sempre, a una caratteristica ben precisa: l'assenza di connessione internet. O meglio: tutti i momenti di cui ho un ricordo felice sono sempre e costantemente legati ad esperienze vissute nella vita reale, rapportandomi con le persone dal vivo, senza alcun filtro e senza nessuno schermo del cellulare o di un computer a dividermi dal mio interlocutore. Nonostante io sia una persona estremamente legata a questo mondo virtuale costituito da social e email e frequentato quasi h24 anche per via della particolare professione lavorativa, posso dichiarare con estrema sicurezza che non esiste alcun momento felice vissuto fino a ora che io possa legare alla vita online.

I miei ricordi felici, per esempio, in questo particolare momento della mia vita, sono legati soprattutto alla mia infanzia. Attimi vissuti pienamente, senza filtri e senza orpelli, che hanno lasciato in me un'immagine vivida di ciò che ho vissuto e che mi hanno aiutato a costruire la persona che sono diventata. Ricordo le gite in bicicletta con mio padre, per esempio – ho ancora una vecchia foto di quei momenti, che ormai avrà quasi venticinque anni. Ricordo i momenti in cui mi ha insegnato a camminare, a parlare, ad andare in bici, a nuotare, a leggere i giornali, a fare questo lavoro. Momenti di poco conto, magari, ma che nel momento in cui mio padre si è ammalato gravemente, mi hanno aiutato a ricordare quello che di bello c'era stato e mi aveva insegnato. Impossibile vivere momenti così importanti, che rimarranno scolpiti nella mente, online. La vita vera si vive off-line, guardando negli occhi i propri interlocutori, prestando attenzione alle loro movenze, ai loro discorsi, ai gesti che tradiscono emozioni.

Ricordo con orrore le numerose cene trascorse in compagnia di amici e commensali tutti presi dal proprio cellulare. Ricordo con felicità quelle cene in cui, invece, da quanto ci si divertiva, si era portati a scordare completamente perfino il fatto di possederlo, quello stesso cellulare perennemente connesso a Internet. Situazioni che non saranno utili a spiegare complicati meccanismi sociologici e dinamiche di gruppo, ma che aiutano a comprendere quanto l'online sia ormai diventato il rifugio perfetto per chi cerca di sfuggire dalla vita reale, per chi ha paura di vivere nella realtà. Tra selfie e post ficcanti, il web e i social network sono diventati il palcoscenico in cui milioni di esseri umani mettono in scena la rappresentazione di una vita mai vissuta e mai esistita, come fossero tanti moderni Mattia Pascal che cercano di interpretare un personaggio che nella realtà non esiste, e probabilmente non esisterà mai.

I miei momenti felici – come quelli di chiunque, sfido a mettere in discussione questo assioma universale – sono legati a occasioni vissute, di vita vera, di vita reale: il primo bacio, il primo appuntamento, il fare amicizia con nuove persone, il costruire un rapporto d'amore o d'amicizia intenso, mattone su mattone, passo dopo passo, giorno dopo giorno, anno dopo anno. Il vivere la vita che scorre veloce davanti agli occhi è l'unica cosa che può costruire un ricordo che rimarrà indelebile nella mente di chi lo vivrà. Il non tirarsi indietro celandosi dietro lo schermo protettore di un computer è l'unico modo che può aiutarci a godere appieno dei momenti felici e importanti della vita e, soprattutto, a fissare nella mente degli attimi che potranno, un giorno, aiutarci a ricordare qualcosa di bello che è stato e che non esiste più.

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Milanese, classe 1987, da sempre appassionata di politica. Il mio morboso interesse per la materia affonda le sue radici nel lontano 1993, in piena Tangentopoli, grazie a (o per colpa di) mio padre, che al posto di farmi vedere i cartoni animati, mi iniziò al magico mondo delle meraviglie costringendomi a seguire estenuanti maratone politiche. Dopo un'adolescenza turbolenta da pasionaria di sinistra, a 19 anni circa ho cominciato a mettere in discussione le mie idee e con il tempo sono diventata una liberale, liberista e libertaria convinta.
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