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“Se continui a bocciarmi ti spacco il c…”: studente minaccia il prof, sospeso per 3 mesi

Uno studente universitario torinese avrebbe inviato una email a un suo docente per denunciare la pratica dei “bigliettini” per copiare. Come punizione non potrà seguire i corsi né sostenere esami per tre mesi.
A cura di Susanna Picone
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Uno studente torinese iscritto ai corsi online di Giurisprudenza è stato sospeso dall'università per aver minacciato e insultato un suo professore via email. “Nel tuo esame copiano tutti, la prossima volta mi porto anche io bigliettini. Se continui a bocciarmi ti spacco il c…”, è quanto lo studente avrebbe scritto al suo docente scatenando l’ira del professore e dell’intera università che, appunto, ha deciso di sospenderlo per tre mesi da qualsiasi attività. Alcuni professori a quanto si apprende avrebbero addirittura voluto denunciare il ragazzo alla procura per minacce. Alla fine la decisione di sospenderlo è stata presa dal Senato Accademico dell'Università di Torino che ha ratificato la richiesta della commissione disciplinare di applicare “la sanzione dell’interdizione temporanea da tutti i corsi per un periodo di mesi tre”. Quindi lo studente, che segue i corsi di didattica dal computer di casa e si presenta in facoltà solo per gli esami, nel prossimo periodo non potrà più collegarsi alle registrazioni o alle dirette video messe a disposizione nell'area riservata del sito di Giurisprudenza né potrà andare a sostenere gli esami.

Contrari alla sospensione i rappresentanti degli studenti – La decisione di sospendere il ragazzo è stata difesa dal rettore Gianmaria Ajani, secondo cui certi comportamenti non possono essere tollerati, ma al contrario non è stata apprezzata da alcuni colleghi rappresentanti degli studenti: “Non si tratta di difendere l'operato dello studente, il quale ha chiaramente ecceduto nei toni – ha spiegato uno dei senatori accademici di Studenti Indipendenti – Tuttavia crediamo che non sia compito dell'Università giudicare e punire uno studente quanto piuttosto fornire agli individui gli strumenti per comprendere ed agire sull'esistente. In questo provvedimento in particolare non troviamo poi alcun carattere rieducativo quanto una punizione che ha dell'esemplare. Per tutte queste ragioni ci siamo detti contrari”.

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