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Se anche l’ambasciatore USA promuove il referendum costituzionale…

L’ingerenza USA è una costante negli affari italiani dal 1945. Votare NO al referendum costituzionale è un buon modo per opporsi alla subalternità culturale e politica della nostra infelice penisola.
A cura di Diego Fusaro
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Talvolta la scena mediatica è occupata da notizie che paiono necessariamente false, inventate di sana pianta appositamente per destare irritazione o sgomento, a seconda dei casi. Poi, a un attento esame, scopri che non sono menzogne: e che, come usa dire, la realtà supera la fantasia.

È quanto accaduto in questi giorni, ancora una volta. Una vittoria del No al referendum costituzionale sarebbe un “passo indietro” per attrarre gli investimenti stranieri in Italia. Queste le inequivocabili parole proferite dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, John Phillips. Egli è intervenuto a un convegno a Roma e ne ha approfittato per fare questa esternazione sul tema del referendum costituzionale.

Certo, l’esito del referendum resta una “decisione italiana”, ha precisato (bontà sua!) John Phillips: e, tuttavia, gli USA di cui egli è ambasciatore parteggiano apertamente per il Sì. Auspicano che non sia il No a trionfare. Infatti – ha asserito Phillips – “l’Italia deve garantire di avere una stabilità di governo” proprio per attrarre investimenti. Perché quello, si sa, è il solo valore, l’unico ideale nel tempo della morte di Dio: attrarre investimenti. In gold we trust.

Ebbene, ecco che abbiamo un ulteriore argomento – peraltro assai forte – per votare NO al referendum costituzionale: per opporci, se saremo in grado, alla subalternità culturale e politica agli USA che dal 1945 caratterizza la nostra infelice penisola, occupata da basi militari statunitensi e sempre più espropriata della sua cultura millenaria per fare spazio alla subcultura atlantista del consumo.

Se anche gli USA, oltre all’Unione Europea e al sistema bancario (Goldman Sachs, ecc.), auspicano fortemente che a vincere sia il Sì, noi dobbiamo votare No: come italiani, come difensori di quella Costituzione che difende e tutela la dignità della persona umana e del lavoro, ossia ciò che il sistema americano fattosi mondo sta annientando per tutelare unicamente il mercato e la valorizzazione del valore.

Senza esitazioni, dunque, opponiamoci con orgoglio e dignità, senza curarci del coro virtuoso degli atlantisti, degli euroinomani e dei mille cani da guardia del potere.

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Sono nato a Torino nel 1983 e insegno Storia della filosofia in Università. Mi considero allievo indipendente di Hegel e di Marx. Intellettuale dissidente e non allineato, sono al di là di destra e sinistra, convinto che occorra continuare nella lotta politica e culturale che fu di Marx e di Gramsci, in nome dell’emancipazione umana e dei diritti sociali. Resto convinto che, in ogni ambito, la via regia consista nel pensare con la propria testa, senza curarsi dell’opinione pubblica e del coro virtuoso del politicamente corretto.
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