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Scuola, tra novità della riforma e criticità il nuovo anno parte in salita

A pochi giorni dal suono della prima campanella le scuole si preparano a riaprire tra le novità della riforma Renzi-Giannini.
A cura di Susanna Picone
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Tra qualche giorno inizierà il nuovo anno scolastico, il primo dopo l’approvazione della “Buona Scuola”, la riforma Renzi-Giannini che in estate ha ricevuto il via libera del Parlamento. Una riforma che apporta una serie di novità e che spinge i sindacati ad affilare le armi in vista di un autunno che si preannuncia già caldo. Il nuovo anno scolastico parte in salita: come ricostruisce oggi il quotidiano Repubblica saranno ad esempio circa 1700 (quasi una su cinque) le scuole che per l’anno 2015/2016 resteranno senza un preside titolare. Una parte – circa 400 sedi – sono sottodimensionate a causa di un numero insufficiente di alunni e saranno affidate ad altrettanti presidi che dovranno gestire due scuole insieme. Le altre – circa 1.200/1.300 istituti – non ha un preside titolare dato che i pensionamenti degli ultimi anni non sono stati rimpiazzati. Nel primo anno della Buona Scuola, dunque, oltre 3mila e 200 istituti –  il 40 per cento del totale  –  avranno un preside part-time, che dovrà dividersi su due scuole e affrontare le emergenze di un numero maggiore di plessi.

A complicare l'avvio del nuovo anno scolastico anche il mancato esonero dall'insegnamento dei vicari, abolito dalle legge di stabilità. Anche un altro punto fondamentale della riforma sembra ancora lontano per poter essere realizzato. Lo svuotamento delle graduatorie dei precari e la fine della “supplentite” sono obiettivi ancora piuttosto lontani considerato che le graduatorie provinciali ad esaurimento resteranno in piedi ancora per qualche anno. Un altro degli argomenti che tanto ha fatto discutere dopo l’approvazione della riforma della scuola è quello relativo all’esodo verso il Nord degli insegnanti. La gran parte della disponibilità di cattedre è infatti nelle regioni settentrionali, la maggioranza dei precari invece viene dal Sud: tanti docenti dunque rischiano di finire a lavorare a centinaia di chilometri da casa. Per attenuare questo esodo il ministero dell'Istruzione ha introdotto una misura nella circolare delle supplenze che consentirà a coloro che sono stati nominati in un'altra regione, ma che trovano una supplenza vicino casa, di rimanere in provincia e rinviare il trasferimento al primo luglio 2016.

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