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Scuola, posticipare l’orario delle lezioni migliora lo studio? L’esperimento in Gran Bretagna

Iniziare alle 11 anziché alle 8 del mattino: il sogno di ogni studente. Un accorgimento che, secondo gli esperti, migliorerebbe notevolmente la qualità della vita e dello studio: i primi esperimenti sono partiti in Gran Bretagna.
A cura di Federica D'Alfonso
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L'esperimento in Gran Bretagna per incentivare l'impegno scolastico: iniziare le lezioni due ore più tardi.
L'esperimento in Gran Bretagna per incentivare l'impegno scolastico: iniziare le lezioni due ore più tardi.

La Gran Bretagna sta lavorando sulla proposta di posticipare l’inizio della giornata scolastica di almeno due o tre ore: anziché alle 8:30, affermano gli studiosi, sarebbe bene iniziare le lezioni alle 11. Un’idea non nuova, avanzata già alcuni anni fa negli Stati Uniti sulla base di alcune ricerche sull’effettiva produttività degli adolescenti nelle prime ore della mattinata.

L’Istituto di Neuroscienze dell’Università di Oxford, insieme all'Università di York e alla Harvard Medical School stanno lavorando al "Teensleep Project", un ampio studio finanziato dal Wellcome Trust che sta testando l’efficacia di diversi orari d’inizio delle lezioni nelle scuole inglesi: secondo gli esperti, adeguare gli orari scolastici ai particolari bioritmi degli adolescenti potrebbe ridurre del 10% la percentuale di abbandono della scuola prima del diploma.

La ricerca

I risultati della ricerca saranno pubblicati nella primavera del 2018. Nel frattempo, è già stata portata a termine la prima fase che ha visto la partecipazione di 6 scuole per raccogliere dati sulla fattibilità del programma, seguita da una più approfondita ricerca sul campo per valutare le ricadute della sperimentazione sul rendimento scolastico degli alunni di ben 12 scuole.

È stato chiesto agli studenti di tenere un vero e proprio diario del sonno, prima e dopo la sperimentazione, che ha “misurato” la durata e la qualità del loro riposo con e senza i dovuti accorgimenti. Il progetto è ben più importante e vasto di quello che si pensa: al di là delle eventuali modificazioni dell’orario scolastico, attraverso lo studio e il miglioramento del sonno è possibile, dicono gli esperti, valutare anche la possibilità di migliorare l’umore, la salute in generale e la qualità della vita.

Biologia e tecnologia: un connubio pericoloso

Le ricerche condotte fino ad ora hanno evidenziato come il problema di mancanza di sonno sia dovuto a diversi fattori: in particolare, ai diversi ritmi biologici che caratterizzano la vita adolescenziale da un lato, e alle abitudini non sempre corrette circa le attività extrascolastiche, lo svago e la tecnologia. Alla base del problema ci sono dunque circostanze di natura biologica, senza dubbio, che però sono sempre di più aggravate dal ritmo frenetico e dalla diseducazione nell’utilizzo della tecnologia.

In primo luogo, spiegano gli studiosi, è accertato come l’orologio biologico degli adolescenti sia “in ritardo” di circa due ore rispetto a quello degli adulti: fra i 15 e i 18 anni la stanchezza della giornata viene avvertita più tardi, dunque ci si addormenta sempre non prima delle 23, in quanto i mutamenti ormonali che avvengono nel loro corpo cambiano anche il ritmo sonno-veglia. Questo incide notevolmente sul fabbisogno quotidiano di sonno, che non è mai inferiore alle 8 ore: addormentandosi più tardi, i ragazzi hanno bisogno di svegliarsi più tardi.

Ovviamente l’orologio biologico viene notevolmente modificato quando alle normali attività giornaliere si affianca un uso smodato della tecnologia: l’iperattività tipica degli adolescenti è esponenzialmente “aggravata” dall’esposizione ai social, ai video games e in generale alla luce artificiale dei dispositivi elettronici, che ritarda notevolmente la capacità di addormentarsi.

Un problema da non sottovalutare, dato che è accertato come la mancanza di sonno possa provocare disordini alimentari, necessità di ricorrere ad eccitanti come caffeina e tabacco, e dunque incidere a fondo nella vita sana di ognuno di noi, provocando ipertensione e in alcuni casi gravi, depressione.

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