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Scuola: 30mila immissioni in ruolo, ma è polemica con i sindacati

Gli assunti sarebbero circa il doppio dello scorso anno, ma comunque meno di quanto previsto dal Piano triennale del Ministro Carrozza.
A cura di Antonio Palma
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Dovrebbero essere circa 33mila le immissioni in ruolo nella scuola pubblica, tra docenti e personale ata, nel 2014. Sarebbero circa 15mila i professori che saranno assunti per coprire il turn over, altri 13mila invece saranno assunti per il sostegno agli alunni disabili. A questi vanno aggiunti i circa 4500 posti del personale Ata. Una notizia che se confermata nei fatti non è del tutto negativa nonostante i sindacati avessero chiesto circa 40mila assunzioni in ruolo. La cifra circolata infatti è il doppio rispetto al 2013, quando ci fu l'assunzione a tempo indeterminato per quasi 15 mila tra docenti e personale Ata. Per i sindacati però il ministro Stefania Giannini dovrebbe avviare le immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili per il prossimo anno scolastico, e non solo per quelli che andrebbero a coprire il turnover. I sindacati inoltre chiedono di avviare le procedure il prima possibile altrimenti si rischierà di non essere pronti per l’inizio dell’anno scolastico.

Negoziato aperto tra Miur e Mef

Dal Miur tentano di rassicurare gli animi e oltre ad assicurare che non ci saranno problemi per le oltre 30mila assunzioni, fanno sapere di star lavorando per convincere il Ministro dell’Economia ad allagare il numero delle immissioni in ruolo in modo da soddisfare le richieste dei sindacati. Secondo quanto avrebbe riferito il capo dipartimento per l'Istruzione del Miur, Luciano Chiappetta, al Sole 24 Ore, infatti, le stabilizzazioni sul sostegno sono finanziate direttamente dalla legge 104, mentre gli altri 15mila professori  copriranno i pensionamenti. Lo stesso Chiappetta ha poi chiarito che il Miur è intenzionato a dar seguito al piano triennale di assunzioni su tutti i posti oggi liberi e disponibili previsto dal decreto Carrozza, ma ci sarebbe l’ostacolo delle coperture. Il Ministero dell’Economia infatti non sarebbe intenzionato a cedere sui circa  6mila posti non riassorbibili perché titolari di classi di concorso desuete o comunque superate dalla riforma degli ordinamenti. Convincere il Mef non sarà  una strada  semplice visto che il piano triennale è “a invarianza finanziaria per lo Stato” cioè senza costi aggiuntivi.

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