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Scoperto il “numero” zero più antico del mondo: è nato in India

La recente scoperta di un team di ricercatori di Oxford ha rivoluzionato il modo d’intendere la storia della scienza matematica: lo zero è più antico di quanto si credesse.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il numero zero è nato in India molto prima di quanto si credesse.
Il numero zero è nato in India molto prima di quanto si credesse.

Il simbolo “zero” viene usato in tutto il mondo e costituisce uno dei pilastri del nostro sistema matematico. Ma quando nasce effettivamente? Un team di ricercatori dell'Università di Oxford ha appena pubblicato i risultati di uno studio che ne cambia radicalmente la storia: il suo uso è più antico di oltre cinquecento anni rispetto a quanto si è sempre creduto.

La conferma è avvenuta grazie alle analisi al carbonio effettuate sul manoscritto Bakshali, uno dei testi indiani più importanti di scienza matematica. Oltre ad essere uno dei più antichi documenti conservati, il manoscritto, composto di 70 frammenti di corteccia di betulla, è stato per lungo tempo un vero e proprio rompicapo per gli studiosi.

Utilizzato dai commercianti della via della seta, il manoscritto utilizza valori numerali da 1 a 9 e un punto per indicare lo zero. Questo simbolo viene chiamato “shunya-bindu”, “il punto del nulla”: prima della scoperta dell'Università di Oxford il simbolo dello zero si riteneva nato intorno al IX secolo. Le analisi al carbonio hanno invece confermato che il nulla, come concetto matematico, nasce fra il III e IV secolo d. C.

La scoperta è di eccezionale rilievo per lo studio della storia della matematica, e dal prossimo 4 ottobre lo Science Museum di Londra metterà in mostra l'antichissimo manoscritto per la rassegna "Illuminating India: 5000 Years of Science and Innovation".

Lo zero più antico del mondo: la scoperta

Il manoscritto fu rinvenuto nel 1881 nel villaggio di Bakhshali, in Pakistan. È noto per essere il testo matematico indiano più antico, tuttavia la datazione è stata per decenni oggetto di dispute accademiche: la giapponese Hayashi Takao, basandosi sullo stile della scrittura e il contenuto, lo ha datato fra l'VIII e il XII secolo, mentre altri storici hanno perfino dubitato che fosse di origine indiana. Le incertezze relative all'effettiva datazione sono da attribuire alla eccezionale frammentarietà del testo, e al fatto che esso è composto da materiali riconducibili ad almeno tre diversi periodi.

Ora, grazie alle analisi al carbonio condotte dai ricercatori di Oxford, tutto è molto più chiaro. Il manoscritto risalirebbe al periodo compreso fra il III e il IV secolo d.C, poco prima del cosidetto “periodo classico” della matematica indiana. La scoperta riempie le lacune circa il periodo precedente ai testi più famosi, contribuendo a fare un passo in avanti nello studio delle origini della cultura matematica orientale.

In una nota diffusa dall'Università di Oxford Richard Ovenden, bibliotecario della Bodleian Library, ha spiegato come “determinare la datazione del manoscritto di Bakhsali è di vitale importanza per la storia della matematica e per lo studio delle antiche culture sud-asiatiche”.

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