Scontro treni, sta meglio ed è stato dimesso il piccolo Samuele. Interrogatori al via oggi
Sta meglio ed è stato dimesso dall’ospedale il piccolo Samuele, il bambino rimasto ferito nel drammatico scontro tra treni avvenuto il 12 luglio in Puglia, tra Corato e Andria, e tra i primi a essersi salvato dalle lamiere grazie all’intervento dei soccorritori che per tranquillizzarlo gli hanno mostrato i cartoni animati su un cellulare. Samuele, che ha compiuto sette anni il giorno dopo il disastro ferroviario mentre era in ospedale, è sopravvissuto anche grazie alla sua nonna, la quale però è tra le 23 vittime del drammatico incidente. Con le dimissioni del bambino i feriti dello scontro tra treni ricoverati negli ospedali pugliesi diminuiscono da 19 a 18; e diminuiscono anche le prognosi riservate da 6 a 5 con lo scioglimento di una per un paziente ricoverato all'ospedale di Andria. Complessivamente, dunque, la situazione dei feriti negli ospedali pugliesi conta sette ricoverati ad Andria di cui due in prognosi riservata, due a Barletta, uno a Bisceglie, uno a Molfetta, due a Terlizzi, uno al San Paolo e infine quattro al Policlinico, tre dei quali in prognosi riservata e in condizioni gravi anche se stabili. Dei due pazienti in prognosi riservata ad Andria uno è in trasferimento presso centro neuro-riabilitativo di alta specialità fuori Regione.
Le indagini sul disastro: al via gli interrogatori – Sul fronte delle indagini sul disastro ferroviario partono oggi gli interrogati. Si inizia dal capostazione Vito Piccarreta che dovrà spiegare ai magistrati di Trani la presunta alterazione fatta con una penna dei registri cartacei di viaggio della stazione di Andria. Sarebbe stato modificato l'orario del treno che il 12 luglio è partito da Andria e si è scontrato con quello proveniente da Corato. “Ho già depositato un'istanza di rinvio ma è interesse del mio assistito chiarire e quindi domani in procura a Trani ci saremo”, aveva detto già ieri Leonardo De Cesare, l'avvocato che difende Piccarreta. Nei prossimi giorni saranno interrogati anche gli altri indagati, dal capostazione di Corato ai vertici di Ferrotramviaria.