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Scontro treni Puglia: “Rischio segnalato nel 2014, Ministero e Regione non fecero nulla”

E’ la Repubblica a riportare il nuovo particolare emerso dalle carte dell’inchiesta sulla strage della Ferrotramviaria (32 morti, oltre 50 feriti). 17 mesi prima del drammatico schianto, si sarebbe rischiata un’altra collisione, a seguito della quale l’azienda licenziò un macchinista e segnalò il caso: poco dopo, però, la concessione fu rinnovata.
A cura di Biagio Chiariello
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Emergono nuovi particolari dall’inchiesta relativa allo scontro tra treni in Puglia dello scorso 12 luglio. Secondo quanto evidenzia Repubblica, nel dicembre del 2014 (quindi 17 mesi prima del drammatico incidente che ha visto la morte di 32 persone) sulla linea della Ferrotramviaria tra Bari e Barletta si era rischiato un altro disastro ferroviario per "un errore umano". Due convogli sarebbero partiti uno dietro e l’altro (quindi, non in direzioni opposte come per quelli partiti contemporaneamente tra Andria-Corato, dove è avvenuto l’incidente di due mesi e mezzo fa) e solo per un caso non si è rischiato il dramma. La società ferroviaria avrebbe aperto un'indagine che portò anche al licenziamento di un macchinista, inviando tutti gli atti all'Ustif, l'ufficio del ministero che deve sovrintendere alla sicurezza, e alla Regione, proprietaria dell'infrastruttura sui quali i treni viaggiano. “Nessuno però mosse un dito. Al contrario, fu firmata una nuova concessione che ha permesso all'azienda di continuare a far viaggiare i treni sulla tratta tra Andria e Corato senza alcun sistema automatico di controllo” si legge su Repubblica.

Lo scontro dei treni in Puglia, gli indagati

Nell’inchiesta sullo scontro dei treni in Puglia, risultano indagati Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, i due capistazione di Andria e Corato, e la stessa società Ferrotramviaria, ai sensi della legge sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, in particolare il direttore generale Massimo Nitti, il direttore di esercizio delle Ferrovie del Nord Barese Michele Ronchi e la presidente e legale responsabile Gloria Pasquini. I reati ipotizzati sono: disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose plurime. Indagato per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo dalla procura tranese anche Nicola Lorizzo, il capotreno sopravvissuto.

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