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Scontri in Val Susa tra polizia e manifestanti: lancio di pietre e fumogeni

Manifestazione e corteo da Exilles a Chiomonte. Ma la prefettura ha emesso un’ordinanza con limitazioni sul percorso fortemente criticata dal movimento No Tav.“.
A cura di B. C.
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UPDATE: A provocare gli scontri al cantiere Tav vicino alla centrale elettrica, una sessantina di persone, tutte vestite di nero, che si sono portate alla testa al corteo raggiungendo lo sbarramento della polizia e lanciando contro gli agenti pietre e fumogeni. Un altro gruppo composto da una decina di persone invece ha cercato di agganciare con delle corde le reti che delimitano l'area del cantiere, provando ad abbatterle. Per respingere gli attacchi la polizia in assetto antisommossa ha lanciato alcuni lacrimogeni e ha utilizzato gli idranti per disperdere la folla. Dopo alcuni minuti di tensione, la situazione pare essere tornata alla normalità.

Scontri tra le forze dell'ordine e i manifestanti in Val Susa. Dalla manifestazione, annunciata come pacifica negli scorsi giorni, si sarebbero staccate circa 200 persone, tra cui una ventina di incappucciati, che hanno cominciato a lanciare pietre, petardi e fumogeni contro la polizia che ha risposto coi lacrimogeni. Il programma del corteo prevedeva la partenza da Exilles per arrivare a Chiomonte passando dalla centrale elettrica. Il transito sulla ex statale 24 è chiuso, coloro che vogliono raggiungere l’alta valle vengono deviati o invitati ad attendere il passaggio del corteo.  “Se ci saranno problemi con il traffico non sarà colpa nostra – ribadisce Alberto Perino, volto noto del movimento anti-Tav – la nostra intenzione era di scendere verso Chiomonte ma vogliono impedircelo e farci fare l’intero percorso sulla statale”.

La marcia, secondo le disposizioni della prefettura, deve essere fatta solo su strada statale e non nei sentieri, anche non battuti, ufficialmente "per l'incolumità dei No Tav", così come è stato vietato il passaggio all'interno dei boschi. Ma i manifestanti accusano che "nel solito linguaggio burocratico/militare fioccano divieti e limitazioni con l’intento grammaticale (solo quello) di ribadire la libertà di circolazione in Valle di Susa, però chiaramente dove dicono loro. Tant’è che ci indicano anche il percorso consentito che sarebbe in statale, congestionando il traffico domenicale del quale, a questo punto non siamo responsabili, ci teniamo a dirlo in anticipo". “Oggi abbiamo detto che non abbasseremo la testa – ha detto Lele Rizzo, Csoa Askatasuna, al microfono – La proposta che abbiamo fatto allora e facciamo ancora adesso è che non ci sono pacificazioni se non quella che tutti se ne vadano e ci lascino smontare tutto”.

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