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Scontri in Libia: Gheddafi bombarda altre 2 città. Intanto l’Unione Europea gli blocca i beni

Continua il muro contro muro in Libia: le città di Brega e Ajdabiya, teatro degli ultimi scontri, sono state bombardante dalle truppe di Gheddafi. Intanto l’Unione Europea blocca i beni del Rais e dei suoi collaboratori.
A cura di Alfonso Biondi
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Ribelli libici

Ore calde in Libia. La zona orientale del Paese è ormai in mano ai ribelli, ma la lotta per conquistare altro terreno è sempre durissima. Un aereo del regime, infatti, ha bombardato Brega, città che in cui ieri i ribelli sono riusciti a mettere in fuga le truppe di Mu'ammar Gheddafi. Testimoni oculari riferiscono di un attacco aereo durato più di un'ora: una bomba è caduta anche nei pressi della facoltà di ingegneria dell'Università locale, a un paio di km dal terminal petrolifero per l'export. L'impressione è quella che a Brega si combatterà ancora molto.

Anche Ajdabiya, città della Cirenaica, è stata teatro di bombardamenti da parte del regime, bombardamenti che però non hanno fatto arretrare i ribelli, parte dei quali in queste ore si sta dirigendo a Brega. Di soluzioni diplomatiche in vista non ce ne sono. Per ora l'unica possibilità in questo senso potrebbe essere quella proposta dal Presidente venezuelano Hugo Chavez: Chavez infatti ha ventilato la possibilità di costituire una missione internazionale per mediare tra Mu'ammar Gheddafi e i ribelli. Secondo quanto riportato dalla tv Al Jazeera Gheddafi si sarebbe anche detto favorevole a questa soluzione diplomatica, ma dall'altra parte c'è un popolo che freme e il Consiglio nazionale di transizione ha escluso ogni tipo di trattativa col Rais.

Intanto si mobilita la comunità internazionale: dopo le sanzioni emesse dall'Onu, oggi l'Unione Europea, come riportato la Gazzetta ufficiale della Comunità Europea, ha bloccato i beni di Gheddafi, di 5 componenti della sua famiglia e di altre 20 persone che collaborano col regime. Nel "regolamento concernente misure restrittive in considerazione della situazione in Libia" viene anche disposto il divieto di far giungere in Libia attrezzature, mezzi ed armi che possano essere utilizzati per la repressione interna.

Sul fronte militare, però, si è ancora attendisti. La Nato, tramite il segretario generale Anders Fogh Rasmussen, fa sapere che per il momento non è previsto alcun intervento in terra libica, ma che bisogna comunque farsi trovare pronti a ogni evenienza. E a poche miglia dalla costa libica si trovano 3 navi da guerra americane.

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