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Scandalo sanità in Lombardia: Maroni chiederà il risarcimento a Formigoni

La Regione Lombardia avrebbe dirottato 220 milioni di euro nelle casse della fondazione Maugeri. In cambio – secondo l’accusa – attraverso i prestanome Pierangelo Daccò e Antonio Simone, il centro convenzionato specializzato in riabilitazioni, avrebbe dato indietro settanta milioni di euro sotto forma di false consulenze. Molto di questo denaro sarebbe finito nelle disponibilità di Formigoni.
A cura di D. F.
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Uno scontro tra "titani": è questo, enfatizzando un po', quello a cui potremmo assistere nei prossimi giorni in Lombardia. Protagonisti Roberto Maroni, attuale governatore della regione, e Roberto Formigoni, suo predecessore al Pirellone. Il primo ha dato mandato al suo legale Domenico Aiello, di depositare in cancelleria del tribunale di Milano la costituzione di "parte lesa" nel procedimento in cui l'attuale presidente della Commissione Senato dell'Agricoltura (Formigoni), e una cerchia ristretta di suo fedelissimi, sono imputati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione per lo scandalo Maugeri.

Stiamo parlando di un mare di denaro: oltre 220 milioni di euro secondo i pm Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta. Soldi che sarebbero stati indebitamente dirottati dalla Regione Lombardia nelle casse della fondazione Maugeri. In cambio – secondo l'accusa – attraverso i prestanome Pierangelo Daccò e Antonio Simone, il centro convenzionato specializzato in riabilitazioni, avrebbe dato indietro settanta milioni di euro sotto forma di false consulenze. Secondo i magistrati si sarebbe trattato di bustarelle, di cui circa il dieci per cento sarebbe rientrato nella disponibilità di Formigoni sotto forma di "utilità". Vacanze di lusso, case in Sardegna, finanziamenti per le campagne elettorali le formule di restituzione finale del denaro.

L'udienza preliminare – davanti al giudice Maria Cristina Mannocci – si aprirà lunedì. la novità più interessante è che la Regione Lombardia, guidata dal leghista Maroni, si è costituita parte lesa, come indicato anche dagli stessi magistrati, che sostengono che quegli stanziamenti non dovevano finire alla Maugeri. E i suoi stessi ex manager, oltre ad aver già patteggiato, hanno confermato a verbale il principio.

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