Scambiarono i tubi per l’anestesia: 11 condannati per le 8 vittime di Castellaneta
Era il 2007 quando una serie di morti nell'ospedale di Castellaneta, in provincia di Taranto, insospettì le autorità e a maggio portò al sequestro di quella che allora era la nuovissima Unità di terapia intensiva coronarica. Ai tubi dell'anestesia morirono otto persone in quattordici giorni. Da subito si appurò l'erogazione di protossido d'azoto al posto dell'ossigeno. Successivamente le indagini andarono avanti per fa emergere le responsabilità e capire se ci fosse colpa o dolo. Ebbene, dopo nove anni il processo è giunto al termine. I reati contestati sono stati omicidio colposo plurimo, falso ideologico, frode nelle pubbliche forniture e violazioni amministrative.
Da tutte le accuse sono stati assolti medici anestesisti e cardiologi. Sono quindici in tutto le persone assolte. Diverse le imperizie e le inosservanze, tra le quali la più nota – giacché venne messa in evidenza da subito – è l'inversione nei collegamenti degli impianti di ossigeno-protossido di azoto ed aria medicale-ossigeno. Dovranno scontare 6 anni di reclusione Domenico Matera, amministratore unico e responsabile tecnico della Ossitalia srl; 4 anni e mezzo per Giacomo Sebastio, direttore dell’area gestionale tecnica, responsabile unico del procedimento e coordinatore per la sicurezza, Vito Miccoli e Michelangelo Lentini, progettisti e direttori dei lavori designati dall’Asl; 4 anni Giuseppe Fiorino, amministratore unico della Item Oxigen srl e Dario Nitti, responsabile della sede operativa della Siram spa di Bari; 3 anni Primo Stasi, Giuseppe Franza, presidente della commissione regionale di collaudo, e Matteo Vito Antonicelli, componente della commissione stessa; 2 anni e mezzo per Oreste Messina e 2 anni per Carmine Salerno, entrambi tecnici di aziende facenti parte dell’Associazione d’imprese Betafin spa e GE Medical System srl.