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Tagli Sanità, non c’è gente in Aula: manca per 4 volte numero legale in Senato

Il Governo pronto a tagli alla sanità per 10 miliardi di euro, in parte da destinare alla riduzione delle tasse. Ma in aula mancano i parlamentari. Se ne riparla domani: “Se non vengono a lavorare di lunedì pomeriggio, vuol dire che lavoreranno martedì sera…” dice il sottosegretario Pizzetti.
A cura di Antonio Palma
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Ore 18.50 – Manca per 4 volte numero legale in Senato – Per ben quattro volte è mancato il numero legale nell'Aula del Senato che sta esaminando il dl Enti locali, all’interno del quale tra le altre cose ci sono anche i contestati tagli alla sanità, relativi ad un piano che il governo potrebbe allegare in un maxiemendamento su cui domani l’esecutivo potrebbe apporre la questione di fiducia. In Senato erano presenti 19 senatori di Ncd su 36. Per il Pd ce n’erano 95 su 113 e per le Autonomie 6 su 19.  “Se non vengono a lavorare di lunedì pomeriggio, vuol dire che lavoreranno martedì sera…” ha detto il sottosegretario Luciano Pizzetti, non senza un pizzico di sarcasmo e amarezza.

La Sanità pubblica nuovamente nel mirino del governo per mettere in pratica gli obiettivi di spending review. L'Esecutivo infatti è pronto a mettere mano ad un pacchetto di tagli consistenti al settore per ricavare parte delle risorse da destinare poi al taglio delle tasse. Il meccanismo principale dovrà essere la Legge di stabilità con l'obiettivo di tagliare 10 miliardi di euro ma, secondo quanto rivela Repubblica, il primo passo sarebbe un pacchetto di emendamenti al decreto "omnibus" enti locali, presentato nei giorni scorsi e che oggi approda in Aula al Senato. Le nuove norme introducono meccanismi per arrivare al cosiddetto "efficientamento del sistema" sanitario nazionale, ma che in pratica si traducono in grosse novità per medici e pazienti. Sempre secondo le rivelazioni del giornale, attraverso questo primo pacchetto di misure si conta di risparmiare 2,3 miliardi nel 2015 e altrettanti nel 2016 e nel 2017. Le misure in particolare hanno lo scopo di dare una stretta su esami e visite mediche non necessarie. Si tratta delle prestazioni specialistiche (visite, esami strumentali ed esami di laboratorio) che spesso i medici prescrivono per mettersi al riparo da eventuali vertenze giudiziarie ma spesso non necessarie. Proprio sui medici spreconi sarebbe incentrata un'altra parte del provvedimento che prevede anche tagli di stipendio ai dottori negligenti. In generale tra le misure in cantiere sulla sanità, corpose sono anche quelle sugli acquisti di beni e servizi e l'appropriatezza delle prescrizioni.

"Non ci saranno tagli lineari" ha tenuto però a precisare il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin intervistata dall'Ansa. Il piano prevede una "maggiore efficienza e produttività delle strutture e della medicina territoriale" con una "lotta alla medicina difensiva. Io ho sempre detto che in questo modo si possono ricavare più di dieci miliardi senza ricorrere a tagli lineari" ha sottolineato infatti il Ministro. "Io mi batto perché le risorse rimangano nel sistema, poi si possono inquadrare nell'andamento della finanza pubblica, se si riducono le tasse è evidente che questo è un beneficio di tutti. Una parte potrà andare nel ridurre le tasse ma il resto va a personale, ricerca e nuove tecnologie, e in generale a migliorare i servizi" ha proseguito Lorenzin, ribadendo: "Nella sanità non c'è più spazio per i tagli lineari, ma restano grandissimi margini di efficientamento del sistema".

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