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Renzi cerca 20 miliardi: tagli anche nella sanità, Regioni sul piede di guerra

Il Governo deve recuperare 20 miliardi di euro per il 2015: Renzi ha chiesto ai ministri dossier con i settori dove è possibile ridurre le spese. Non verrà risparmiato neppure il settore sanitario. Ma i governatori regionali promettono battaglia.
A cura di Davide Falcioni
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AGGIORNAMENTO – Sergio Chiamparino, presidente della Conferenza delle Regioni, ha commentato la decisione del governo di apportare tagli al settore sanitario. Tagli che, inevitabilmente, si ripercuoteranno proprio su enti di "area vasta" come le regioni. "A inizio agosto – ha detto il governatore piemontese – abbiamo firmato un patto d'onore col governo con il Patto per la salute che ci ha impegnato, entro il 31 dicembre, a scrivere piani di riordino dei servizi sanitari e ha previsto un fondo da 109 miliardi di euro, con un aumento di circa 2 miliardi e mezzo in più l'anno in più per il 2015 e il 2016 per finanziare il servizio sanitario nazionale. Se si rompe questo patto d'onore si rompe anche il rapporto di fiducia e collaborazione che noi invece vorremmo proseguire". Ma il dissenso è bipartisan e anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, attacca: "Provino a tagliare un solo euro alla sanità veneta e mi troveranno personalmente steso di traverso sulla strada che vogliono percorrere di distruzione della sanità in Italia, in particolare dove, come in Veneto, ogni euro risparmiabile è già stato risparmiato senza aspettare i superesperti di turno. Qui da noi ridurre ancora la spesa equivarrebbe inevitabilmente a tagliare l'assistenza agli utenti. Ci pensino bene, prima che possa mettersi in moto una vera rivolta".

Sul tema dei tagli alla sanità è intervenuto anche l'ex segretario democratico Pierluigi Bersani: "Il Partito democratico non può tradire l'universalismo della sanità pubblica. Non affidiamoci alle voci, dobbiamo vedere come si chiude quest'anno, quale è la proposta sul Def (il Documento economico e finanziario, ndr). Quando si parla di 16-20 miliardi, bisogna vedere se è sostenibile".

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva lanciato l'allarme un paio di settimane fa: nel mirino del governo ci sono 20 miliardi di euro necessari per la manovra del 2015, e parte di quei soldi potrebbero provenire proprio dalla sanità. Dal Ministero dell'Economia si sono affrettati a chiarire che non verranno toccati i servizi ai cittadini ma soltanto ridotte le inefficienze e gli sprechi, anche con una maggiore attenzione a forniture e approvviggionamenti di macchinari. Se ne è parlato ieri nel corso dell'ultimo Consiglio dei Ministri: Matteo Renzi ha chiesto ai titolari di tutti i dicasteri relazioni scritte nelle quali vengano illustrati i settore dove è possibile effettuare nuovi tagli. Prima, tuttavia, ha convocato a Palazzo Chigi Beatrice Lorenzin, che prima di arrivare aveva ribadito il suo pensiero: "Spero che i tagli non riguardino la sanità". Il governo, tuttavia, sembra piuttosto determinato in tal senso e in molti hanno assicurato la salvaguardia dei servizi a patto che non ci siano aree "tabù".

Lorenzin: "Se verranno fatti nuovi tagli addio sanità pubblica”

Nel mirino dell'esecutivo ci sarebbero dunque le inefficienze sanitarie. Contro i tagli lineari, tuttavia, si era espressa la Lorenzin nei giorni passati: "Se sulla Sanità dovessero piovere nuovi tagli – ha detto – gli italiani dovrebbero rinunciare nel medio periodo al sistema sanitario come lo conosciamo oggi. I cittadini dovrebbero ricorrere necessariamente, per potersi curare, ad assicurazioni private o ad altri sistemi". Poi, dopo aver lanciato l'allarme, aveva chiarito: "Da quando sono stata nominata ministro si parla di tagli, ma finora non se ne sono fatti. Si sono invece fatte le riforme. Abbiamo approvato il Patto della Salute che è una riforma a tappe e per obiettivi che mira all’efficientamento del sistema”.

Il Governo assicura: non verranno tagliate le pensioni

Nel corso del CDM i membri del governo hanno assicurato che non verranno recuperati fondi dai tagli alle pensioni e che anzi l'obiettivo è quello di ridurre le tasse. Il Ministero dell'Economia, dal canto suo, ha spiegato che il bonus degli 80 euro in busta paga non solo non dovrà essere rimosso, ma andrà reso strutturale e dunque confermato perché possa dare effetti benefici su tutto il quadro economico. La novità delle ultime ore è invece che potrebbe esserci un nuovo taglio dell'Irap.

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