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Sandra muore a soli 6 anni per una crisi respiratoria. I genitori: “È colpa dei vaccini”

La piccola si è spenta domenica in ospedale a Castelfranco Veneto. I genitori attaccano: colpa dei vaccini. L’Usl nega: malattia ereditaria.
A cura di Biagio Chiariello
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 Sandra si è spenta domenica sera. Aveva solo solo 6 anni. Ad ucciderla è stata una malattia contratta a pochi mesi dalla nascita: la ceroidolipofuscinosi. I genitori sono però convinti che a causarle quel male- che ha comportato crisi epilettiche e respiratorie, e numerosi ricoveri in rianimazione – sia stato il vaccino che le è stato inoculato a pochi mesi di vita. La piccola, nata in Italia e residente a Barcon con i genitori di origine rumena, è scomparsa all’ospedale di Castelfranco Veneto. L'esistenza di Sandra è stata un vero e proprio calvario, costretta a comunicare solo con gli occhi e a respirare molto spesso con l'ausilio di una maschera per l'ossigeno.

Domenica però il suo cuoricino non ha più retto agli sforzi e la bambina se ne è così andata per sempre lasciando mamma Elena, papà Vasile e la sorellina con cui viveva a Vedelago. Il padre ha dichiarato a La Tribuna di Treviso che dopo averla sottoposta al primo vaccino al al terzo mese di vita nel distretto del comune veneto, la figlioletta non era più la stessa: “Era assente, non reagiva e non si esprimeva in alcun modo”. Prima della suddetta iniezione, sostiene Vasile, la bimba era vivace e rispondeva agli stimoli esterni. “Era una bambina nata sana – spiega il papà – i primi tre mesi sono stati assolutamente normali, anche i controlli medici non avevano evidenziato alcun problema, tutt’altro”. I genitori hanno assistito impotenti alle sofferenze della bambina, nonostante provassero a fare tutto per salvarla: “Anni – continua il papà – in cui abbiamo avuto la certezza che sia stato quel vaccino a cambiare tragicamente la vita di Sandra e la nostra”.
Ma chiaramente il nesso tra malattia e il vaccino non è stato provato ufficialmente. Sempre dalle pagine della Tribuna di Treviso, il direttore generale dell’Ulss 2 Francesco Benazzi ha affermato che si tratta di una patologia genetica, che colpisce un bimbo ogni 50 mila, e che non c’è correlazione. I genitori però non si arrendono e potrebbero esserci presto risvolti legali.

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