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San Gennaro, Vesuvio e Corno nell’animazione video mapping di Franz Cerami al Madre

Si inaugura la stagione espositiva del Museo Madre di Napoli. L’animazione di video-mapping “Eggs & Skulls” dell’artista Franz Cerami apre gli spazi del museo partenopeo, con una colonna sonora originale di Enzo Avitabile e Carola Pisaturo.
A cura di Redazione Cultura
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Si inaugura stasera, 21 settembre 2017, alle ore 21, con la proiezione dell’installazione "Eggs & Skulls", la stagione espositiva del Museo Madre di Napoli. L'animazione di video-mapping, concepita dall’artista Franz Cerami per gli spazi del museo partenopeo, con una colonna sonora originale di Enzo Avitabile e Carola Pisaturo.

Franz Cerami propone un’azione di storytelling che intreccia fradici e prospettive, passato e futuro: ancore, capuzzelle, corni, cavalli, uova, Vesuvi in eruzione, raffigurazioni di San Gennaro e della sirena Partenope, un caleidoscopio di figure allegoriche che animeranno la facciata del cortile d’onore del museo reinterpretato come una tela di dimensioni architettoniche.

Nel calibrato rapporto tra animazione, immagine digitale, ritmo musicale e preesistenza architettonica "Eggs & Skulls" propone un inusuale confronto con l'architettura di Palazzo Donnaregina, sede del Madre, esplorandone i confini, i varchi, le aperture, ma perlustra le collezioni del museo, di cui condivide l’articolato intrecciarsi di aspetti storici, socio-antropologici e iconografici.

L’identità arcaica e la vitalità contemporanea partenopea saranno quindi “dipinte” sulla facciata interna del museo per evocare un racconto senza tempo del territorio attraverso simboli, personaggi, luoghi e tempi con cui esso è universalmente identificato. La pratica artistica di Cerami ruota intorno al dialogo fra arte e tecnologia, si serve del web e delle tecniche multimediali per la realizzazione di installazioni ed eventi multisensoriali:

Non si tratta solo di illuminare un'architettura, ma di evocare il suo significato, di dialogare con i sentimenti legati a un luogo e a un momento, e alle sue luci riflesse, per poi reinterpretarle. È un dipingere 2.0 che idealmente si appropria del territorio e delle sue architetture, di cui trasforma gli elementi – siano essi la struttura storicizzata di un centro antico o quella consumata della periferia urbana – per ricombinarli in una personale tavolozza digitale.

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