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Salzano. Campane suonano troppo forte, parroco a processo: rischia tre mesi di carcere

“Lasciatemi dormire!”, si lamentava un residente di Salzano: dopo aver cercato – invano, dice lui – di convincere don Paolo Cargnin ad abbassare il livello di suono delle campane, ha deciso di passare alle vie legali. La comunità però è tutta dalla parte del prete.
A cura di Biagio Chiariello
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Alla fine è arrivata nelle aule del tribunale, la lunga battaglia di un residente di Salzano, in provincia di Venezia, contro le campane della chiesa che lo svegliano ogni giorno alle 7 di mattina. Come riporta Il Gazzettino, a novembre il parroco – monsignor Paolo Cargnin – dovrà comparire di fronte al giudice monocratico locale per rendere conto delle accuse mosse dal suo concittadino: disturbo della quiete pubblica, superamento dei livelli sonori previsti dalla legge, e mancato rispetto delle disposizioni impartite nel 2011 dalla diocesi di Treviso. “Purtroppo – aveva spiegato sconsolato l’uomo di chiesa  – le campane non sono un impianto stereo: non posso decidere di abbassare il volume. In questi anni mi sono rivolto al comune diverse volte per avere chiarimenti sulla norma – racconta il parroco – e mi è sempre stato garantito che non c'erano problemi”.

In attesa della decisione del giudice, il popolo di Salzano ha già pronunciato la propria personale sentenza: la stragrande maggioranza sta con don Paolo. A disporre la citazione del prete, 66 anni, originario di Camposampiero, era stato un residente della zona, presentando una querela nel luglio del 2013, dopo aver cercato invano, a suo dire, di convincere bonariamente don Cargnin a silenziare in qualche modo le campane, almeno nelle prime ore del mattino. Nel capo d'imputazione, formulato dal sostituto procuratore Francesca Crupi, al parroco viene contestato, più nello specifico, di aver superato i livelli sonori previsti dalla legge e di aver fatto durare il rumore della campagna troppo a lungo, non adeguandosi alle prescrizioni impartite nel 2011 dalla delibera del vescovo di Treviso, e neppure a quelle definite dall'articolo 27 del Regolamento comunale di Salzano del 2010. La palla passa dunque al giudice: per il disturbo della quiete pubblica il rischio è una multa di oltre 300 euro o il carcere per tre mesi.

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