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Salvini sfida Berlusconi: “Non condivide le proposte della Lega? Peggio per lui”

“Al di là delle polemiche vorrei sapere se Forza Italia condivide le nostre proposte: altrimenti peggio per loro, perché i loro elettori le condividono”: così Matteo Salvini continua la polemica con i forzisti.
A cura di Redazione
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Il giorno dopo la manifestazione di Matteo Salvini a Roma (cui hanno preso parte anche Casapound e Fratelli d’Italia) a tenere banco è ancora la questione dell’alleanza fra Lega Nord e Forza Italia. Qualche giorno fa il leader leghista era del resto stato abbastanza netto, ricordando che le distanze restano molte e che al momento Forza Italia fa ancora da stampella al Governo di Matteo Renzi. Questa mattina, stando a qualche indiscrezione, Silvio Berlusconi avrebbe poi confidato tutta la sua perplessità rispetto ad un “ritorno di fiamma” con la Lega Nord, dicendosi convinto che la strada intrapresa da Salvini (che in passato aveva definito un “fantasista”, ricorrendo al solito paragone calcistico) sia quella giusta e potenzialmente in grado di mettere in difficoltà Matteo Renzi.

Poco fa, stando a quanto riferiscono fonti di agenzia, Salvini è tornato sulla questione, ribadendo che la questione centrale resta quella programmatica. “Io voglio parlare di contenuti”, ha spiegato l’europarlamentare leghista, “e vorrei capire, al di là delle polemiche personali, se Forza Italia condivide o meno le nostre proposte”. In tal senso, la lettura è netta e tesa a mettere con le spalle al muro proprio Silvio Berlusconi: “Se non condivide le idee della Lega Nord allora peggio per lui, perché i suoi elettori sono sulle nostre posizioni”.

Per ora il Cavaliere non ha replicato, affrettandosi solo a smentire le ricostruzioni sulla gravità del suo infortunio al malleolo, pubblicando un comunicato del suo medico personale, il dottor Zangrillo: “Il presidente Berlusconi ha una piccola frattura composta del malleolo, che si è procurato qualche giorno fa mettendo male il piede scendendo dalla macchina. Berlusconi può deambulare e semmai accompagnarsi con una stampella e per una ventina di giorni deve prestare attenzione ai movimenti. Nulla di grave, diciamo che il presidente ha preso quella che, usando un linguaggio gergale, si chiama una storta."

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