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Salvataggio Banche Venete, la Camera dà il via libera: accordo per 4000 prepensionamenti

La Camera dei Deputati ha dato il via libera al decreto per il salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza con 211 voti favorevoli, 91 contrari e 3 astensioni. Il decreto passa ora al Senato per l’approvazione definitiva. Nel frattempo, sindacati e gruppo Intesa hanno siglato un accordo che prevede la realizzazione di 4000 prepensionamenti su base volontaria entro fine 2017.
A cura di Charlotte Matteini
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La Camera dei Deputati ha dato il via libera al decreto per il salvataggio di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. All'indomani del voto di fiducia, passato con 318 sì, Montecitorio ha approvato il decreto con 211 voti favorevoli, 91 contrari e 3 astensioni. A favore tutta la maggioranza, a eccezione di Articolo 1 – Mdp, che però ha votato la fiducia al governo. Come anticipato, il provvedimento è stato approvato nella versione rilasciata dalla commissione Finanze con un'unica modifica, ovvero l'inserimento di una sospensione di sei mesi del rimborso di un bond di Veneto Banca. Il decreto passa ora al Senato per l'approvazione definitiva e dovrà essere convertito in legge entro il prossimo 24 agosto. Non è escluso che il governo punti alla fiducia anche a Palazzo Madama per abbreviare l'iter di approvazione.

Che cosa prevede il decreto? In breve, il decreto consente ai commissari liquidatori nominati dalla Banca d’Italia di cedere le attività delle due banche a un soggetto selezionato sulla base di una procedura aperta. Intesa San Paolo pochi giorni fa ha acquistato le due banche al prezzo di 1 euro. Tra le clausole poste da Intesa per procedere all'acquisizione dei due istituti di credito è stata inserita l'immodificabilità del decreto in approvazione e la totale neutralità dell’operazione sul patrimonio e la politica dei dividendi. Intesa gestirà quindi la cosiddetta "good bank", la parte sana degli istituti di credito acquisiti, nonché i mille esuberi previsti, mentre la "bad bank" sarà gestita dalla Società gestione di attività, alla quale andranno i crediti deteriorati e altri attivi non ceduti o retrocessi.

Il decreto prevede una serie di tutele per gli investitori titolari di strumenti finanziari sottoscritti, nell’ambito di un rapporto negoziale diretto con le banche, entro il 12 giugno 2014. I soggetti individuati dal decreto potranno dunque accedere al Fondo di solidarietà, istituito nella legge di stabilità del 2016. Inoltre, per garantire la liquidità delle due banche, l’accesso al credito e i processi di ristrutturazione il ministero del Tesoro ha disposto l'erogazione di 4,8 miliardi di liquidità e 12 miliardi di garanzie statali.

L'accordo tra Intesa e sindacati: 4000 prepensionamenti entro fine anno

Nel corso degli ultimi giorni il gruppo Intesa Sanpaolo e i sindacati di categoria hanno siglato un accordo sindacale per la gestione dei 3900 esuberi previsti, subordinandolo all’approvazione definitiva del Parlamento. Come spiega il Sole 24 Ore, entro la fine del 2017 saranno realizzati 4mila prepensionamenti su base volontaria: "Nel merito sono stati decisi 4mila prepensionamenti su base volontaria, di cui almeno mille nel perimetro delle ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza che dovranno essere realizzati entro quest’anno. Gli esodi saranno gestiti attraverso il Fondo di Solidarietà con permanenza massima a 7 anni per i lavoratori delle banche venete e a 5 per quelli di Intesa Sanpaolo. La prima finestra di uscita è fissata al primo ottobre 2017. La platea dei prepensionabili in Intesa e nelle banche venete comprende tutti coloro che maturano i requisiti pensionistici rispettivamente al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2024. Inoltre potrà accedere al pensionamento chi matura il diritto entro il 31 dicembre 2017. Le uscite saranno volontarie per tutti i bancari coinvolti e per quelli delle banche venete è stato deciso il mantenimento dei trattamenti di welfare in materia di previdenza complementare, cassa sanitaria, buoni pasto e degli accordi aziendali in vigore fino al 30 giugno 2017".

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