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Salvataggio Banche Venete, la Camera approva la fiducia. M5S fa ostruzionismo in Aula

La Camera ha approvato la fiducia posta dall’Esecutivo Gentiloni sul decreto per il salvataggio degli istituti di credito Veneto Banca e Popolare di Vicenza con 318 voti a favore, 178 contrari e un astenuto. Il Movimento 5 Stelle sta facendo ostruzionismo in Aula per allontanare il più possibile la votazione finale.
A cura di Charlotte Matteini
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La Camera dei Deputati ha approvato la fiducia posta dall'Esecutivo Gentiloni sul decreto per il salvataggio degli istituti di credito Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Il provvedimento è stato approvato con 318 voti a favore, 178 contrari e un astenuto. Rispetto al testo votato in commissione Finanze, il decreto contiene un'unica modifica, relativa alla sospensione del pagamento di un bond emesso da Veneto Banca. Si attende ora il voto finale, che però rischia di slittare causa ostruzionismo in Aula. Gli esponenti del Movimento 5 Stelle, infatti, come annunciato già nella giornata di ieri, hanno presentato 83 dei 142 ordini del giorno totali, odg che verranno illustrati ed esaminati per intero proprio per allungare le tempistiche di approvazione del decreto. Il decreto legge deve essere convertito entro il prossimo 24 agosto e manca ancora il passaggio al Senato

Il decreto è sostanzialmente rimasto invariato rispetto a quello varato dal Consiglio dei ministri il 25 giugno scorso. In poche parole, il decreto "Banche Venete" autorizza l’impiego di denaro pubblico per salvare la Popolare di Vicenza e Veneto Banca, alle prese con una crisi irreversibile. "Sul piatto vi sono subito 5,2 miliardi di euro (4,8 “per Intesa” e 400 milioni di “garanzie potenziali su futuri rischi”) con ulteriori garanzie per altri 12 miliardi di euro; le risorse arrivano dall’aumento del debito pubblico stabilito da un decreto approvato poco prima di Natale, che autorizzava lo sforamento di ulteriori 20 miliardi di euro di debito pubblico per interventi urgenti nel sistema bancario italiano".

Per quanto riguarda i creditori subordinati dei due istituti di credito oggetto del salvataggio è previsto un meccanismo di risarcimento, ovvero un rimborso forfettario sostenuto all'80% dal Fondo interbancario di tutela dei depositanti e per il restante 20% da un contributo di banca Intesa. Questo risarcimento vale per i titoli sottoscritti o acquistati entro il 12 giugno 2014, nell'ambito di un rapporto negoziale diretto con le banche emittenti. Le richieste di indennizzo devono essere presentate entro il 30 settembre.

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