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“Salah Abdeslam in carcere ha 4 celle e una palestra”, polemiche in Francia

A denunciare le condizioni del superstite del commando delle stragi di Parigi del 13 novembre è un deputato dell’opposizione di destra che ha appurato l’esistenza di una palestra attrezzata specificamente per Salah Abdeslam nel carcere di Fleury-Merogis.
A cura di Susanna Picone
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Salah Abdeslam, superstite del commando degli attentati di Parigi del 13 novembre, nel carcere in cui è rinchiuso avrebbe a disposizione diverse celle e anche una palestra. A denunciarlo è stato un deputato dell'opposizione di destra (Les Republicains) che appunto ha appurato l'esistenza di una palestra attrezzata specificamente per Abdeslam nel carcere francese di Fleury-Merogis, un penitenziario che sconta una pesante situazione di sovrappopolazione carceraria. Salah Abdeslam è rinchiuso in Francia dal marzo scorso, dopo poco l’arresto avvenuto in Belgio dopo una fuga di oltre quattro mesi. Il deputato, Thierry Solere, ha compiuto una visita a sorpresa nel carcere di massima sicurezza e ha constatato insieme a un giornalista che una parte del quarto piano dell'edificio D3 è stata interamente messa a disposizione per il terrorista belga. Si tratta in tutto di quattro celle, due per uso personale, la terza per la sua videosorveglianza e la quarta adibita a palestra. In questa palestra c’è già un vogatore e due macchine per body-building sarebbero state ordinate e dovrebbero arrivare presto.

Polemiche e proteste – Com’era prevedibile la denuncia del deputato ha scatenato proteste e polemiche nel Paese. Lo stesso deputato ha già protestato presso il ministro della Giustizia per il trattamento “vip” riservato al terrorista. Solere ha inoltre riferito di aver trovato Abdeslam “affaticato e nervoso”: le sue giornate le trascorre svegliandosi tardi al mattino, alle 11, cucinando e guardando la tv, in particolare i reality. Ogni tanto Abdeslam legge anche in Corano e in queste settimana rispetta il Ramadan.

Nuove accuse anche sui servizi di sicurezza del Belgio – Continuano intanto le polemiche anche in merito al fatto che i servizi di informazione del Belgio, che sapevano che Abdeslam era radicalizzato, non inserirono tale informazione nella banca dati consultata dalla gendarmeria francese che lo fermò e lo identificò qualche ora dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi, lasciandolo andare. È quanto ha detto il relatore della Commissione parlamentare francese sugli attentati.

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