“Russia usa bombe al fosforo bianco in Siria”, l’accusa degli attivisti siriani
La Russia avrebbe usato e starebbe usando ancora bombe al fosforo bianco nei suoi bombardamenti in Siria. È quanto denunciano diversi attivisti siriani sottolineando che i raid con queste armi si son concentrati in zone densamente abitate, violando di fatto la Convenzione di Ginevra che ne vieta l’utilizzo in zone abitate da civili. Il fosforo bianco infatti è un'arma chimica che causa ustioni letali in quanto prende fuoco a contatto con l'aria, bruciando tutto quello che incontra compresi carne e ossa umane senza possibilità di scampo. A denunciare questo presunto crimine in particolare è il Syrian Observatory for Human Rights, l’Osservatorio siriano per i diritti umani che ha base nel Regno Unito, mentre online sono comparse molte foto dei presunti bombardamenti al fosforo.
Secondo la Rete Siriana per i Diritti Umani, le bombe al fosforo bianco in particolare sarebbero state sganciate in otto bombardamenti avvenuti lo scorso 12 ottobre nella regione di Idlib, nel villaggio di Bayanin, nel nord-ovest del paese, quindi in aree fuori dal controllo dell’Isis e in mano a formazioni di attivisti anti Assad. Secondo le stesse fonti, i raid aerei russi e dell'aviazione del regime di Assad sarebbero stati indiscriminati e avrebbero colpito anche un panificio, mentre sarebbero diversi i bambini morti a seguito dei bombardamenti. Diverse immagini diffuse dal Daily Mail invece sostengono che l'aviazione russa abbia usato largamente bombe al fosforo bianco a Raqqa, la capitale dell'Isis. L'autenticità delle foto non è stata verificata e la Russia dal suo canto rigetta le accuse.
