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Russia, il ministro Lavrov: “Con Trump pronti a disgelo con gli Stati Uniti”

Il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha spiegato al Corriere della Sera come sia necessario superare la politica antirussa della presidenza Obama: “Per superare le distruttive conseguenze della politica dell’Amministrazione uscente saranno necessari sforzi seri da entrambe le parti”.
A cura di Susanna Picone
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La Russia si aspetta che la futura squadra di politica estera di Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, prenderà misure concrete per normalizzare le relazioni bilaterali e per combattere il terrorismo. È quanto ha spiegato in una intervista concessa al Corriere della sera il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Il ministro è in Italia per partecipare al Med2016, il forum sul Mediterraneo organizzato dalla Farnesina e dall’Ispi. Lavrov ha spiegato che il presidente Putin e Trump hanno confermato in una conversazione telefonica avuta il 14 novembre scorso la loro disponibilità a lavorare insieme per migliorare i rapporti bilaterali e per risolvere i problemi attuali. “Noi siamo pronti a percorrere la nostra parte di cammino per riportare i rapporti tra la Russia e gli Stati Uniti in una direzione stabile. Partiamo dal presupposto che nel mondo contemporaneo la tutela della stabilità strategica e della sicurezza e la soluzione efficace dei problemi chiave della modernità dipendano molto dai nostri due Paesi”, ha detto Lavrov al Corsera. Lavrov ha aggiunto dunque di aver fiducia che la nuova Amministrazione non voglia ripetere gli errori commessi da quella di Barack Obama “che ha volutamente distrutto le relazioni russo-americane”. Naturalmente, il Paese è consapevole che saranno necessari sforzi seri da entrambe le parti per superare le conseguenze dell’amministrazione uscente.

Il ministro ha respinto le accuse di interferenza di Mosca nelle presidenziali americane – Il ministro russo ha risposto a una domanda relativa al ruolo di Mosca nella vittoria di Trump negli Stati Uniti escludendo di fatto che la Russia abbia dato una mano al repubblicano. Secondo Lavrov, al contrario, “sono stati i cittadini americani ad aiutare Donald Trump”. “Come più volte dichiarato dal presidente Putin, noi non abbiamo mai cercato di influenzare la campagna elettorale poiché partiamo dal presupposto che si tratti di un affare interno degli Stati Uniti. Se qualcuno ha cercato di interferire, quelli sono gli alleati degli americani. Andatevi a rileggere quello che hanno detto e scritto di Trump molti leader europei prima del voto. Per quanto riguarda le favole sugli hacker russi e le altre accuse rivolte al nostro indirizzo, sono veramente venute a noia”, ha continuato il ministro.

Siria e crisi ucraina – Lavrov ha quindi parlato degli obiettivi di Mosca in Siria osservando che “fin dall'inizio della crisi, la Russia ha sempre sostenuto e continua a sostenere una soluzione politico-diplomatica attraverso l'avvio di un dialogo inclusivo interno”, e ha detto anche che il Paese è “disponibile al dialogo a alla collaborazione con la Nato, ma solo ed esclusivamente su un piano di parità, com'è scritto nei documenti costitutivi del Consiglio Russia-Nato”. A proposito della crisi ucraina, Lavrov ha sottolineato che non esiste una soluzione alternativa agli accordi di Minsk, ma a questo fine “è necessario prima di tutto che Kiev dimostri una precisa volontà politica; invece è proprio questa a mancare palesemente”.

“Il futuro della Siria deve essere deciso dai siriani”, così ancora il ministro Lavrov in una conferenza stampa congiunta con il suo omologo turco, Mevlut Cavusoglu. Le sue parole arrivano dopo che il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva dichiarato che le truppe di Ankara sono entrate a fine agosto in Siria nell'operazione militare Scudo dell'Eufrate “per porre fine al governo del tiranno al Assad”. La Russia, ha detto il ministro, proseguirà le operazioni militari ad Aleppo est contro i “terroristi”. “La situazione umanitaria deve essere risolta. Coopereremo con la Turchia” su questo, ha aggiunto, citato dalla tv statale Trt. “C'è bisogno di un cessate il fuoco” ad Aleppo e nel resto della Siria, ha detto dal canto suo Cavusoglu, ribadendo che la posizione di Ankara per un abbandono di Assad resta chiara.

Intanto anche lo stesso Putin ha confermato di essere pronto a lavorare con la nuova amministrazione americana. Per Putin Mosca non “ricerca e non ha mai cercato il nemico, ma non accetta le pressioni” e sarà “artefice del proprio destino”.

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