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Rubavano farmaci antitumorali dagli ospedali per rivenderli, 17 arresti in tutta Italia

La banda fortemente strutturata rivendeva i farmaci con guadagni enormi. “Un fenomeno odioso perché faceva sì che malati di tumore non potessero essere sottoposti alle cure” ha spiegato il Procuratore di Bologna.
A cura di Antonio Palma
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Una vera e propria banda specializzata in furti di farmaci antitumorali negli ospedali del Centronord da rivendere poi all'estero nell'ambito di un traffico illegale di medicinali a costo elevato e spesso destinati al trattamento di patologie oncologiche e croniche. È quella che hanno scoperto i carabinieri del comando provinciale di Ferrara e del Nas di Bologna nell'ambito di una inchiesta coordinata dalla Procura del Repubblica del capoluogo emiliano. In manette sono finite 17 persone residenti tra le province di  Napoli, Salerno, Genova, Torino, Asti e Brescia. Secondo l'inchiesta in meno di un anno, da marzo a dicembre del 2014, il gruppo avrebbe messo a segno ben 13 colpi a i danni di farmacie degli ospedali in Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte e Marche.

I medicinali trafugati venivano poi rivenduti in Italia e all'estero con guadagni enormi per i malviventi e un danno altrettanto gigantesco per le casse del servizio sanitario nazionale, stimato in oltre due milioni di euro. L'inchiesta era partita già nel 2014 a seguito di due colpi realizzati nel giro di pochi giorni alle farmacie degli ospedali di Centro e Lagosanto. Dopo una lunga e complicata  indagine e attraverso alcuni indizi, gli inquirenti sono riusciti a risalire ad alcuni membri del gruppo ed infine a ricostruire l’intera banda di ladri. Un’organizzazione criminale strutturata e collegata indirettamente alla Camorra. "Un fenomeno odioso  perché i farmaci in questione sono costosi e ogni singolo furto ha provocato un danno alle casse pubbliche, ma anche perché sottrarli faceva sì che malati di tumore non potessero essere sottoposti alle cure" ha dichiarato il Procuratore di Bologna .

L’organizzazione criminale era molto strutturata e collegata indirettamente alla Camorra, c'era chi individuava gli obiettivi, gli scassinatori, i corrieri, chi si occupava della logistica e chi piazzava i farmaci. La banda poteva contare anche su alcune società di comodo nei paesi dell’Est grazie alle quali era in grado di fornire documentazione falsa per i farmaci da rivendere. Oltre ai reati di associazione a delinquere con l’aggravante di aver agito per agevolare un’associazione di tipo camorristico, alla banda viene contestato anche il commercio di medicinali deteriorati, perché spesso non tenevano cura dei farmaci che necessitano di particolare attenzioni e che quindi perdevano efficacia.

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