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“Roma sapeva, il governo americano ne ha le prove”: Regeni ucciso dai Servizi egiziani

Fonti americane dell’amministrazione Usa confermano la tesi pubblicata dal New York Times: “L’ordine di eliminare Giulio Regeni è venuto dall’alto, e Roma sapeva”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"L'ordine di uccidere Regeni è venuto dall'alto". A rivelarlo è una fonte di Washington alla Stampa. Si tratta ancora di una conferma che il governo americano sa e ha le prove che il ricercatore italiano sia stato ucciso dai Servizi segreti egiziani. Inoltre, afferma la fonte che ha lavorato all'interno dell'amministrazione Usa, la ricostruzione offerta dal New York Times è corretta: il presidente Al Sisi non è il mandante dell'omicidio, ma aveva comunque chiesto che venisse dato un messaggio inequivocabile, e dunque "I gorilla dei servizi di sicurezza hanno preso in mano la situazione, facendola sfuggire a qualunque controllo". Non è venuto dall'alto insomma l'ordine preciso di torturare Giulio Regeni fino al massacro, ma sicuramente, per la fonte, si è trattata di un'operazione punitiva tesa ad inibire altre intromissioni da parte di stranieri. Dopo la morte del ragazzo il governo egiziano avrebbe fatto però marcia indietro dichiarandosi estraneo ai fatti.

Ma c'è di più. Secondo il funzionario di Washington pare improbabile che i nostri Servizi segreti non fossero stati informati, visti gli stretti rapporti di collaborazione tra l'intelligence americana e quella italiana. E la pensa così anche una seconda fonte americana, che spiega "Sarei molto sorpreso se i nostri servizi di intelligence, vista la stretta collaborazione che hanno con i colleghi italiani, non avessero comunicato a Roma quanto sapevano su un caso così delicato". La faccenda è molto complessa, perché il Cairo ha voluto insabbiare tutto. Ma un dato certo è che il segretario di Stato John Kerry era a conoscenza delle prove della colpevolezza dei Servizi egiziani, e aveva chiesto direttamente a Sameh Shoukry, ministro degli Esteri egiziano, di rendere nota la verità: era intollerabile, raccontano le fonti, che un cittadino di un Paese alleato degli Stati Uniti, fosse stato brutalmente ucciso. Ma l'Egitto ha sempre smentito.

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