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Roma, funerali laici per l’arcivescovo Wesolowski . Era stato arrestato per pedofilia

L’ex nunzio della Repubblica Dominicana era stato arrestato nel settembre dell’anno scorso su espressa volontà di Papa Francesco.
A cura di Davide Falcioni
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C'erano centinaia di fedeli e uomini di chiesa oggi pomeriggio a Roma, ai funerali dell’ex nunzio nella Repubblica Dominicana Jozef Wesolowski che si sono tenuti presso la cappella del Governatorato vaticano. Il religioso era morto giovedì scorso a causa di un infarto: negli ultimi giorni era in attesa  che si fissasse la nuova data del processo per abusi sessuali su minori e pedopornografia che l'avrebbe visto sedere sul banco degli imputati. A celebrare le esequie è stato l'elemosiniere pontificio Konrad Krajewski, anticipato dalla recitazione del santo rosario da parte delle molte suore presenti. La bara di Jozef Wesolowski è stata lasciata spoglia e senza insegne particolari. Tra i presenti al rito, il cardinale americano James Michael Harvey, arciprete della basilica papale di San Paolo fuori le Mura ed ex prefetto della Casa Pontificia.

La messa di suffragio è stata celebrata dall’arcivescovo Konrad Krajevski: "Dio conceda il riposo e la pace al nostro fratello Giuseppe". Dopo i guai giudiziari che l'avevano travolto l’ex nunzio apostolico era stato ridotto allo stato laicale dalla congregazione per la Dottrina della Fede. Malgrado se la sentenza di appello della Cdf non fosse stata ancora pubblicata al momento del decesso, il funerale è ugualmente avvenuto con rito laico, senza omelia ma con un lungo momento di silenzio durato una decina di minuti, in segno di rispetto per le vittime innocenti. La bara di Wesolowski lascerà domani il Vaticano per tornare in Polonia, paese d’origine dell’ex vescovo.

Il procedimento giudiziario verso l'ex nunzio della Repubblica Dominicana era stato sospeso l'11 luglio scorso a causa di un malore che lo costrinse ad un ricovero in terapia intensiva. Jozef Wesolowski lo scorso anno era stato rimosso per volontà di papa Francesco. Il 23 settembre 2014 era stato tratto in arresto dagli agenti della Gendarmeria vaticana su espressa volontà del pontefice, con l'accusa di pedofilia e di possesso di materiale pedopornografico.

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