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Rodotà: “Dovevo chiedere permesso al Pd per candidarmi? Ho una storia nella sinistra”

Stefano Rodotà interviene a Che Tempo che fa parlando del suo ultimo libro, ma soprattutto affrontando la questione dei problemi della sinistra italiana legati alla sua candidatura e dell’esigenza, del nuovo governo, di ritenere il diritto un perno per la sua azione.
A cura di Redazione
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Stefano Rodotà ha rilasciato un'intervista a Fabio Fazio a Che Tempo Che fa. E' accaduto in occasione della presentazione del suo ultimo libro, ma chiaramente non si è potuta esimere dal trattare l'argomento per il quale Stefano Rodotà è, da qualche settimana, al centro della discussione politica: la mancata elezione alla Presidenza della Repubblica. Il primo punto sul quale è stato interrogato è stata la formazione e gli obiettivi dell'ultimo governo: "Letta è stato abile e intelligente. Nel governo ci sono personalità di qualità. Inoltre dà un'indicazione che si può cambiare, dall'età e dal genere. Non faccio previsioni. Viene fuori da una situazione complicata e ne porta il peso".

Si è parlato anche dello stato del centrosinistra, apparentemente in stato di deterioramento, le cui divisioni interne sono sostanzialmente il motivo per cui Rodotà non ha avuto chance per la carica presidenziale.

Sarà difficile il futuro del centrosinistra. L'elettorato del Pd è molto complesso. Io mi sono autorottamato nel '94, senza tuttavia ritirarmi. Mi sono occupato di tematiche importanti. Nel dna della sinistra è cambiata la tendenza all'incapacità a credere in ciò che si facesse. Non aver avuto la capacità di individuare i limiti precedenti e di portarsi ancora indietro il bagaglio di sinistra era fondamentale.

Fazio gli ha chiesto, chiaramente della questione della sua candidatura al Quirinale proposta dal M5s: "Non mi do una spiegazione sul perché del no a Rodotà. Io mi faccio delle domande. A parlare al posto mio sono le cose che faccio, delle quali mi occupo. Dovevo chiedere il permesso al Pd per candidarmi? Io ho una storia nella sinistra, sono stato sempre molto leale. Lo dico senza supponenza, non era un problema mio, non ho mai rifiutato il dialogo".

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