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Roche-Novartis, si indaga per disastro doloso e associazione a delinquere

La Procura di Torino indaga i vertici delle due aziende farmaceutiche per il caso dei farmaci salvavista già nel mirino dell’Antitrust.
A cura di Antonio Palma
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I vertici dei due colossi farmaceutici Novartis e Roche indagati per disastro doloso e associazione a delinquere dalla Procura della Repubblica di Torino. Sono questi infatti i reati ipotizzati dai pm del capoluogo piemontese che stanno indagando sulla vicenda dei medicinali salvavista Avastin e Lucentis dopo che l’Antitrust ha sanzionato le due grandi case farmaceutiche per un cartello sui prezzi e i medicinali da vendere. L’associazione per delinquere è contestata in relazione alla truffa ai danni del servizio sanitario nazionale e al reato di rialzo o ribasso fraudolento di prezzi, mentre il disastro doloso per le conseguenze del comportamento delle aziende sulla salute pubblica. Secondo gli inquirenti, infatti, con il loro comportamento le due aziende hanno messo in atto procedure che possono aver causato grave pericolo per la salute di un numero considerevole di pazienti in tutta Italia. Come hanno accertato i carabinieri del Nas nei controlli, in effetti molte persone non hanno potuto curare i problemi alla vista a causa del costo eccessivo dei farmaci imposto dal cartello tra i due colossi farmaceutici.

Anche il reato di corruzione  – A quanto si apprende, la Procura di Torino nell'ambito della stessa indagine avrebbe ipotizzato il reato di corruzione, ma in questo filone non ci sarebbero indagati. Quest'ultima accusa si riferirebbe a quanto descritto in un esposto presentato dalla Soi (Società oftalmologica italiana) in cui si parla di possibili complicità tra le aziende farmaceutiche, l'Aifa e l'Ema (European Medicinal Agency). Le indagini della procura torinese sono iniziate nel 2012 e riguardano anche la riduzione delle dosi del farmaco in parti più piccole da parte di alcune farmacie. Durante le indagini, infatti, i carabinieri avevano constatato che alcune farmacie, per contrastare l'aumento dei costi per i pazienti, suddividevano il contenuto dei flaconi dell'Avastin in piccole dosi adatte all'uso oftalmico.

Il ministro Lorenzin – Sul caso intanto è intervenuta anche il ministro della salute Beatrice Lorenzin che ha commentato: "Ciò che è accaduto ha lasciato un’ombra sul grande lavoro che è stato fatto in questi anni, anche per ricostruire un diverso tipo di rapporto tra il mondo farmaceutico e quello delle istituzioni". "Il Ministero a fronte di una e-mail degli Oculisti italiani ha più volte chiesto all’Aifa i necessari chiarimenti. Per una risposta in termini tecnico-scientifici ci siamo rivolti al Consiglio superiore di Sanità per chiedere se c’erano elementi ostativi sulla sicurezza di questi farmaci, anche in base all’esperienza degli altri Paesi" ha spiegato Lorenzin difendendo l'operato del ministero

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