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L'omicidio di Roberta Ragusa

Roberta Ragusa, prosciolto il marito Antonio Logli

È quanto deciso dal giudice al termine dell’udienza preliminare. Per la procura Antonio Logli, che era presente in aula, è un “bugiardo patentato”.
A cura di Susanna Picone
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Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa
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Ore 16.25 – Prosciolto Antonio Logli. Il giudice dell'udienza preliminare Giuseppe Laghezza ha pronunciato il dispositivo che dispone il non luogo a procedere per Antonio Logli, il marito di Roberta Ragusa, la donna scomparsa nel gennaio del 2012 dalla sua casa di Gello a San Giuliano Terme. Per la Procura di Pisa Logli è colpevole di omicidio volontario e di distruzione di cadavere: il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio, il gup invece ha prosciolto l’uomo. Antonio Logli ha lasciato il tribunale di Pisa scortato dai suoi avvocati uscendo dall'ingresso principale e senza dire una parola ai giornalisti presenti. Solo il suo difensore, Roberto Cavani, si è limitato a dire: “No grazie, nessun commento”.

È accusato di aver ucciso sua moglie Roberta Ragusa e di aver distrutto il cadavere e oggi, per queste accuse, Antonio Logli è apparso in tribunale a Pisa per l’udienza preliminare. Il marito di Roberta Ragusa, scomparsa nel 2012 da Gello di San Giuliano Terme, è stato descritto dal procuratore Roberto Giaconi come “un bugiardo patentato”. Il procuratore ha chiesto il giudizio per il marito della Ragusa: “Logli portava avanti da molti anni una relazione clandestina con un'amante che era una persona intima della moglie e ciò dimostra la sua capacità di simulare e dire menzogne”. Secondo il pm Logli avrebbe ucciso la moglie perché quest'ultima aveva scoperto la relazione che l’uomo aveva con Sara Calzolaio. “Si è tolto di mezzo una persona scomoda – queste le parole del procuratore – nel momento in cui ha capito che una separazione gli avrebbe fatto perdere tutto: la casa coniugale, i soldi, i figli e forse anche il lavoro. È in questo contesto che è maturato l'omicidio e questo è quello che ho spiegato al gup”. Antonio Logli è arrivato al tribunale di Pisa insieme al suo avvocato difensore Roberto Cavani. Per tutto questo tempo l’uomo ha scelto la strada dell’assoluto silenzio non accettando di farsi interrogare durante la fase di indagini preliminari. Logli non ha chiesto il rito abbreviato e i suoi figli non si sono costituiti parte civile nel processo.

Secondo il magistrato i testimoni contro Logli sono credibili – A margine dell'udienza preliminare per la morte di Roberta Ragusa il procuratore Giaconi ha detto che “è stato doveroso verificare ipotesi alternative, ma non hanno portato a nulla”. Quanto ai testimoni contro Logli, per il magistrato, “sono credibili, assieme a tutta una serie di elementi raccolti dai tabulati telefonici e dalle intercettazioni”. “Non c'era nessuna traccia che riguardasse una possibile fuga Roberta Ragusa. Stiamo parlando di una madre, particolarmente attenta ai figli, alla famiglia. Un'ipotesi – ha continuato Giaconi – di questo genere poteva verificarsi solo in presenza di elementi evidenti di diverso tipo che non esistono. Una madre non lascia due figli così senza alcun segnale, senza alcuna spiegazione”. Di Roberta Ragusa non è mai stata trovava alcuna traccia ma per il sostituto procuratore di Pisa sono già stati fatti processi in assenza del corpo: “È un elemento certamente importante – ha aggiunto parlando con i giornalisti – ma non è un elemento senza il quale non si possa arrivare a una sentenza di condanna”.

“Abbiamo detto che destineremo parte dell'eventuale risarcimento danni ai figli e l'altra parte a iniziative in memoria di Roberta Ragusa”, così l'avvocato Enrico Maria Gallinaro, legale rappresentante di alcune cugine di Roberta, subito dopo la fine dell'udienza preliminare. “La nostra tesi è la stessa della procura – ha sottolineato Gallinaro – e a differenza della difesa dell'imputato riteniamo che la testimonianza di Loris Gozi (l'uomo che disse agli inquirenti di avere visto Logli litigare in strada con una donna la notte della scomparsa di Roberta, ndr) sia credibile e la ricostruzione fatta dagli inquirenti corretta”.

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