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Rione Traiano, tensioni al corteo. La madre di Davide: “Il carabiniere marcisca in carcere”

Ventiquattr’ore dopo la morte di Davide Bifolco ancora rabbia nella periferia Ovest di Napoli. Al corteo per ricordare il giovane con le forze dell’ordine. Bloccata una uscita della Tangenziale. L’appello dei familiari: “Nessuna violenza nel nome di nostro figlio”. Le indagini: inquirenti alla ricerca di filmati della videosorveglianza in zona.
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AGGIORNAMENTO ORE 22. Il latitante Arturo Equabile, ovvero l'uomo che i carabinieri sostengono di aver cercato al Rione Traiano quella notte, non è la terza persona a bordo dei due scooter. Oggi il ragazzo che aveva rilasciato ampie dichiarazioni ai media e che a Fanpage.it aveva confermato di essere stato il guidatore del motorino il cui secondo passeggero era Davide Bifolco è stato identificato e nelle prossime ore verrà ascoltato dal pubblico ministero Manuela Persico. Secondo quanto ha riferito era lui con Davide e Salvatore Triunfo sullo scooter durante l'inseguimento della pattuglia dei carabinieri e non il latitante Arturo Equabile, tutt'ora ricercato dalle forze dell'ordine. La testimonianza del ragazzo che alle nostre telecamere appariva visibilmente scosso, dovrà contribuire ad arricchire il quadro d'indagine. Il legale della famiglia del ragazzino è Fabio Anselmo, lo stesso delle famiglie Cucchi e Budroni, specializzato nel trattare vicende legali che ipotizzino responsabilità delle forze dell'ordine.

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AGGIORNAMENTO ORE 19.15:  Lancio di lacrimogeni da parte delle forze dell'ordine per disperdere un nucleo di manifestanti e ulteriori momenti di tensione a Fuorigrotta, durante la manifestazione partita dal Rione Traiano per ricordare Davide Bifolco. Un gruppo di manifestanti all'imbocco di uno degli ingressi si è fronteggiato con la polizia in assetto antisommossa lanciando alcuni oggetti. I manifestanti, bloccano l'uscita della Tangenziale di Napoli. Giovanni Bifolco e Flora Mussorofo, i genitori di Davide, in una nota diffusa agli organi di stampa chiedono ai manifestanti di evitare atti di violenza: "Nostro figlio deve essere ancora seppellito, nessuno e dico nessuno deve sentirsi autorizzato a compiere atti di violenza anche verbale in suo nome. Chi vuole bene a Davide deve rispettarlo. Noi chiediamo soltanto giustizia. Chi usa la violenza in suo nome non sa quanto danno fa a lui e alla nostra famiglia".

ORE 18. "Deve marcire in carcere, non deve avere un'ombra di pace per tutta la vita". Flora, la mamma di Davide Bifolco, parla tra le lacrime durante il corteo promosso da alcuni residenti e da alcune realtà autorganizzate della zona (queste ultime non hanno poi preso parte alla mobilitazione in maniera "ufficiale"). Il fratello del giovane, Tommaso, rincara la dose. "I delinquenti sono loro, dovrebbero tutelarci. Quel carabiniere deve pagare". Dunque la tensione è ancora forte e alle ore 18 un blocco stradale alla rotonda Cinthia, non molto distante il luogo degli spari, impedisce il passaggio di auto, moto e bus. "Lo Stato non ci tutela"; "Davide uno di noi" gli slogan scanditi con cori da stadio durante il corteo dai manifestanti, molti dei quali giovanissimi, non più di 15-16 anni, tutti vestiti con una t-shirt bianca. A sorvegliare la mobilitazione non carabinieri, per ovvi motivi, ma poliziotti in assetto antisommossa. Al termine del corteo, un faccia a faccia tra agenti e manifestanti durante il quale gli organizzatori della protesta sono riusciti a evitare che la protesta degenerasse. Qualcuno ha mostrato sulla faccia dei poliziotti una foto con il volto del ragazzo ucciso. Lungo il percorso il corteo ha incrociato due auto in borghese delle forze dell'ordine, una delle quali è finita nel mirino di alcuni facinorosi che l'hanno preso a calci sfondando il lunotto posteriore. Molta gente chiede di sapere come si chiama il carabiniere che ha sparato al Rione Traiano uccidendo Davide Bifolco: "Di lui si è saputo tutto, tutta la sua vita, perfino Facebook – spiegano alcuni amici -. Del carabiniere non si sa niente di niente". Applauso quando il cordone dei poliziotti si toglie il casco protettivo: un gesto giudicato "di distensione".

Mattinata tranquilla ma tesa al Rione Traiano, periferia Occidentale di Napoli, lì dove nella notte di ieri un giovane 17enne, Davide Bifolco, è stato ucciso dal colpo di pistola sparato da un carabiniere ad un posto di blocco. Nei momenti immediatamente successivi la vicenda era esplosa la rabbia di parenti e amici del ragazzo. Il risultato: due auto della polizia danneggiate e una rabbia evidente. Nella mattinata di ieri i giornalisti erano stati accolti con relativa calma dai parenti della vittima che avevano cercato di spiegare la loro versione dei fatti. Dalla notte le forze dell'ordine si tengono ad adeguata distanza dal luogo del fattaccio: una modalità che è prassi in questi casi, spiegano alcuni agenti. Il motivo: evitare che la presenza delle divise dia adito a insulti, provocazioni e ulteriori momenti di tensione.

Stanotte, verso le 2 del mattino, un altro episodio preoccupante che testimonia ulteriormente, ovemai ve ne fosse bisogno, lo stato estremo di tensione nella periferia area Occidentale di Napoli: un giovane di Soccavo che era a bordo di una Fiat Punto di colore blu (del tipo delle auto civetta utilizzate in alcuni casi della Polizia) nella zona del Rione Traiano ha denunciato su Facebook di essere stato letteralmente assaltato da un gruppo di persone che "sorvegliava" quello che viene definito "lo stradone" del rione Traiano, lì dove è avvenuta la tragedia. «Eravamo in tre in auto, ci avevano scambiato per forze dell'ordine solamente perché avevamo una Punto blu – riferisce il ragazzo, che vuole restare anonimo, a Fanpage.it – . Ovviamente all'intimidazione di fermarci abbiamo rallentato ma quando si sono riversati sull'auto potevamo solo scappare. A quel punto ci hanno bersagliato coi sassi e hanno sfondato un vetro del veicolo. Ci siamo recati alla vicina stazione dei carabinieri ma non ci hanno aperti, e così abbiamo chiamato la polizia e sono arrivate quattro volanti». E in mattinata il ragazzo che era con la giovane vittima ha confermato alle telecamere di Fanpage.it la sua versione: "Guidavo io il mezzo su cui c'era Davide, nessun latitante era con noi".

Oggi alle 16 in piazza per ricordare Davide Bifolco

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 16, alla rotonda di via Cinthia, manifestazione per ricordare Davide Bifolco, promossa dai residenti del luogo e da alcune realtà autorganizzate dell'area Flegrea: "Vogliamo essere in piazza – si legge nella nota che invita alla mobilitazione – senza pretesa di rappresentare niente e nessuno se non la nostra indignazione e la solidarietà alla famiglia e agli amici di Davide come persone e abitanti di questa città. Invitiamo tutti e tutte a venire. Perchè mai più deve ripetersi". Intanto nella zona sono comparse scritte contro i carabinieri. "Sono sconvolta da quello che continua ad accadere e dal modo in cui ogni volta si cerca di deviare l'attenzione rispetto al fatto gettando fango sulle vittime. Mi auguro che per Davide non sia così". A parlare è Ilaria, sorella di Stefano Cucchi che commenta così la vicenda. "Non posso non pensare a quello che avviene sistematicamente in queste vicende. Ho parlato poco fa con Claudia Budroni, sorella di Dino, anche lui morto dopo un inseguimento con la polizia per un colpo di pistola esploso ‘accidentalmente', anche lei è sconvolta per questo nuovo episodio". "La prima cosa che voglio fare è incontrare i famigliari di questo ragazzo".

Le indagini dopo l'omicidio Bifolco

Quello che si sa è che il carabiniere che ha sparato, un 22enne, è al momento indagato con l'accusa di omicidio colposo. Un atto dovuto spiegano dalla procura, iscriverlo nel registro degli indagati. Gli accertamenti della Scientifica sul luogo della tragedia sono stati compiuti nelle ultime ore, ora l'esame autoptico e i successivi esami balistici si spera contribuiranno a chiarire il quadro. Due le versioni, ovviamente discordanti. Le forze dell'ordine spiegano che erano alla caccia di un giovane risultato latitante e che sarebbe stato a bordo di uno dei due scooter quella maledetta notte. I parenti, gli amici e coloro che si definiscono "testimoni" della morte di Davide Bifolco sostengono invece che non c'era nessun latitante e che lo scooter non si è fermato all'alt dei militari poiché il conducente era senza patentino e senza assicurazione e temeva il sequestro del mezzo. I carabinieri intanto stanno cercando di acquisire il maggior numero possibile di immagini dai sistemi di videosorveglianza di privati nel tratto tra viale Traiano e via Cinthia. In zona non vi sono riprese da videosorveglianza pubblica.

Rione Traiano, De Magistris chiama la madre del 17enne

In queste ore Fanpage.it ha documentato anche il dolore e rabbia nelle urla disperate delle mamme del Rione Traiano, che sono scese in strada per chiedere che il sindaco di Napoli Luigi de Magistris porti di persona le condoglianze alla famiglia di Davide Bifolco, il ragazzo ucciso da un carabiniere durante un inseguimento la scorsa notte: "Perché il sindaco non è venuto qui?". Nel pomeriggio l'ufficio stampa del Comune di Napoli ha reso noto che il sindao de Magistris ha telefonato alla madre di Davide per esprimere il suo cordoglio e la sua vicinanza, impegnandosi "in prima persona, in qualità di primo cittadino, affinché sia fatta piena luce su quanto accaduto". Il sindaco di Napoli dichiara, inoltre, che incontrerà "nei prossimi giorni" i familiari del ragazzo. "La morte di un diciassettenne, è un dramma per la famiglia, per gli amici. Comprendo il dolore. Si accerteranno le responsabilità e sarà necessario verificare tutti gli aspetti sull'episodio, cosa che sta facendo la magistratura per questo ci vuole prudenza nei giudizi": così il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, sulla morte di Davide Bifolco.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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