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Rio 2016, Settebello di bronzo!

L’Italia batte il Montenegro 12-10 e torna sul podio per la seconda Olimpiade di fila. Con il bronzo di Rio, salgono a otto le medaglie azzurre ai Giochi nella pallanuoto maschile. Grande protagonista Christian Presciutti con 4 gol.
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Il Settebello fa festa a Rio. Gli azzurri battono il Montenegro 12-10 e centrano il terzo bronzo olimpico, l'ottavo podio a cinque cerchi nella storia della pallanuoto maschile. Sempre in vantaggio la squadra di Campagna, che aveva già sconfitto gli Ajkula 6-5 nel girone. Gioca ancora meglio in questa finale di consolazione. Dimenticata la controprestazione con la Serbia, è la compattezza di squadra a fare la differenza. Fondamentale Christian Presciutti, autore di quattro gol, e Tempesti, alla quinta Olimpiade come solo De Magistris nella storia azzurra, determinante soprattutto con la parata che nega a Radovic il gol del possibile 11 pari. Il Montenegro, dopo l'argento europeo di Belgrado, raccoglie la terza medaglia di legno consecutiva ai Giochi.

Primo quarto – Di Fulvio non trova la porta sulla prima superiorità numerica azzurra. E' reattivo in difesa il Settebello. Tempesti dimentica la lezione della Serbia, e una semifinale chiusa senza parate. Il miglior portiere del Mondiale di Shanghai 2011 dà la carica per il vantaggio griffato Valentino Gallo. Tempesti legge bene anche i tentativi di alzo e tiro dei montenegrini, come già nel 6-5 azzurro nel corso del girone eliminatorio (quattro parate su cinque allora). Presciutti raddoppia per l'Italia. Il Montenegro si sblocca grazie a Mladan Janovic, fratello del capitano Nikola che si è ritirato dopo gli Europei di Belgrado (anche tre stagioni a Posillipo).

Gli Ajkula confermano qualche lacuna difensiva, le stesse che sono costate alla nazionale di Gojkovic la sconfitta in semifinale contro la Croazia. L'Italia, invece, scottata dal Montenegro nel quarto europeo di Belgrado, gioca un primo quarto bello e fortunato, segnato anche dalla deviazione sulla traversa di Tempesti che neutralizza la potente e velenosa conclusione di Paskovic.

Gojkovic, il più giovane dei coach a Rio che stupì l'Italia all'Europeo con una serie di entrate e blocchi per gli esterni giocando a lungo senza centroboa, opta per un doppio centro sul finale di primo quarto. Ma è l'Italia ad andare vicino al tris con Presciutti, chiuso però dall'ottima copertura difensiva di Ivovic. Il tempo si chiude con la doppia espulsione di Velotto e Darko Brguljan, compagni di squadra alla Canottieri Napoli già nel pozzetto anche nella precedente sfida a Rio (ma il montenegrino cambierà casacca nella prossima stagione), con il rimpianto per la fuga non concretizzata da Di Fulvio. Il suo tiro, proprio sulla chiusura del periodo, rimbalza sull'acqua ma non centra lo specchio della porta di Scepanovic.

Secondo quarto – E' azzurro il primo possesso del secondo quarto. Bodegas guadagna subito la prima espulsione, di Ivovic, giocatore universale e fondamentale. E' proprio l'italo-francese, che si era procurato sei delle dieci espulsioni nella prima sfida olimpica contro gli Ajkula, a sfiorare il doppio vantaggio. L'illusione dura poco, giusto lo spazio per Janovic, miglior giocatore di Montenegro del 2014, di firmare il 2-2 in superiorità numerica (espulso Presciutti). L'Italia però c'è e si riporta avanti con Christian Presciutti, uno dei pochi a salvarsi in semifinale, che sfiora la doppietta con un diagonale stretto toccato quel tanto che basta da Scepanovic. Presciutti duella di fisico e posizione con Ivovic, riedizione delle epiche sfide tra Brescia e Recco, ma non riesce ad evitare che disegni il 3-3 dalla distanza. Il pari, il secondo consecutivo, dura pochissimo. Di Fulvio apre la difesa aggressiva degli Ajkula e consente a Figlioli di vedere la porta e trovare l'incrocio dei pali. Quando mancano 34 secondi alla fine si sblocca Darko, il più giovane dei cugini Brguljan, miglior cannoniere in Serie A nel 2014 e 2015. "Credi in te stesso e nessuno potrà impedirti di trovare la rete" ha sempre detto l'ala cresciuta con il mito di Michael Schumacher. E' comunque l'Italia a chiudere il primo tempo in vantaggio grazie allo spunto di Presciutti in superiorità numerica.

Terzo quarto – L'Italia non riesce a sfruttare la prima superiorità numerica del terzo quarto, forse una finta di troppo al centro di Presciutti che apre sul perimetro per Gallo, murato dal solito Ivovic. Il Settebello regge all'inferiorità per l'espulsione di Di Fulvio, ma al suo rientro non scala le marcature con la giusta reattività e permette il passante di Janovic, l'ala del Galatasaray che sembra essersi svegliato in questa finale di consolazione. La fortuna però aiuta l'Italia: determinante il rimpallo per consentire a Presciutti di firmare la seconda doppietta consecutiva dopo quella, ininfluente, in semifinale contro la Serbia.

C'è solo pensiero veloce e volontà di precisione, però, nella palombella azzurra del fratello Nicolas, l'esordiente con la grinta e la presenza del veterano, per il nuovo massimo vantaggio Italia (7-5). Il ritmo sale, l'espulsione di Nicolas Presciutti mette in difficoltà la nostra difesa, Christian si fa sorprendere dal movimento di Klikovac sull'alzo e tiro: 7-6. L'equilibrio sostanziale non si sblocca. Segnano Nora, l'attaccante mancino dell'AN Brescia, che l'anno scorso ha festeggiato l'argento da capitano alle Universiadi, accorcia ancora Misic. E' altissima la circolazione della palla in attacco del Settebello in superiorità numerica, fino al terzo gol di Gallo, letale dall'angolo destro, per il 9-7. Gojkovic cambia allora il portiere, dentro il laziale Radic.

L'Italia passa indenne una pesantissima doppia inferiorità numerica. La fortuna è decisamente dalla nostra: traversa di Dark Brguljan e deviazione di Tempesti sul palo a fermare il tiro di Janovic. La traversa frustra anche l'ultima conclusione del periodo, di Ivovic, ma la scarsa copertura difensiva fa infuriare Campagna.

Ultimo quarto – L'espulsioe definitiva di Gitto fa da preludio al gol di Darko Brguljan che crea spazio in diagonale e va a ricevere per firmare il sesto gol in superiorità su undici occasioni. Christian Presciutti si mantiene sopra il 50% di efficacia realizzativa e timbra due gol (terzo e quarto per lui nel match) per il massimo vantaggio azzurro (10-8). E' proprio lui, però, a procurare il rigore. Ivovic tira di potenza, ma la palla rimbalza sulla base del palo. E' proprio Ivovic a dare ai suoi il -2 (11-9). L'espulsione definitiva di Figlioli e una palla persa portano Radovic al gol dell'11-10. Poi è Tempesti, l'Albatross di Prato, a chiudere la porta sul possibile pareggio. Dall'illusione di Radovic al gol della medaglia, il tiro a rimbalzo del "cavaliere mascherato" Icardi, il passo è breve. E la piscina di Rio si tinge d'azzurro.

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