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Rigopiano senza la neve: riemerge la devastazione della valanga

Il fronte della slavina sembra essere molto pià ampio rispetto a quanto si credeva: la valanga si è staccata dall’apice della montagna.
A cura di Davide Falcioni
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Sono passati due mesi e mezzo dalla tragedia dell'Hote Rigopiano dello scorso 18 gennaio e ora che le nevi si sono sciolte appaiono chiaramente le "ferite" causate dalla slavina sul fianco della montagna. Anche per questo due giorni fa il procuratore capo Cristina Tedeschini e il pm Andrea Papalia hanno sorvolato l'area a bordo di un elicottero dei vigili del fuoco, notando chiaramente come il fronte della valanga sia stato incredibilmente vasto: centinaia e centinaia sono gli alberi di faggio abbattuti dalla violenza della neve che si è staccata dal Monte Siella per un peso che gli esperti hanno stimato in 120 mila tonnellate, l’equivalente di 4 mila camion carichi di neve. Si tratta tuttavia di una stima molto approssimativa: nella loro perizia, i tecnici calcoleranno con precisione il peso di un metro cubo di neve e diranno quale forza ha investito e distrutto l’albergo di 4 piani provocando la morte di 29 persone.

Hotel spostato di dieci metri dalla forza della valanga

Le foto pubblicate dal Centro rivelano chiaramente come la valanga si è staccata dall'apice del Monte Siella per acquistare velocità nel canalone dopo aver leggermente curvato il suo tracciato. "Da questo punto in avanti – spiega il quotidiano abruzzese – la neve ha travolto sempre più alberi e detriti che, prima, hanno scavato una parabola e, poi, dopo un rettilineo, hanno travolto l’albergo". L’hotel è crollato a causa della violenza dell'impatto e, secondo gli esperti, è scivolato in avanti rispetto alla posizione originaria, spostandosi di una decina di metri. La struttura centrale è completamente collassata.

Hotel Rigopiano: a che punto è l'inchiesta

Nel frattempo l'inchiesta aperta per disastro colposo e omicidio plurimo colposo, è vicina a una svolta: Tedeschini e Papalia attendono, entro pochi giorni, il dossier dei carabinieri forestali che fornirà il quadro delle presunte responsabilità. Di seguito, partiranno i primi avvisi di garanzia: l’obiettivo della Procura è quello di contestare gli addebiti prima del trasferimento alla guida della procura di Pesaro, in programma tra il 16 aprile e il 15 maggio, per poi lasciare l’indagine nelle mani di Papalia.

Tra le decine di testimonianze raccolte dagli inquirenti c’è anche quella di Pasquale Iannetti, la guida alpina che faceva parte della commissione Valanghe del Comune di Farindola che 18 anni fa per primo lanciò l’allarme sulla pericolosità della zona di Rigopiano esposta al rischio valanghe. In seguito a quelle rivelazioni dal 2005 la commissione ha smesso di riunirsi. In un verbale sequestrato dagli inquirenti, Iannetti denunciò che l’area più esposta alle slavine era quella del parcheggio del campeggio al di sopra dell’albergo. Il cuore dell'inchiesta tuttavia resta la mancata pulizia dalla neve della strada provinciale che collega Farindola con l’albergo a 1.200 metri di altezza: una strada che è stata lasciata senza spazzaneve per oltre 24 ore fino a diventare impraticabile a causa di 2 metri di neve.

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