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Rigopiano, l’ira del padre di Stefano: “La fidanzata di mio figlio non si fa più sentire”

Tra le 29 vittime dell’hotel di Farindola c’era anche Stefano Feniello, in vacanza con la fidanzata, Francesca, per festeggiare anniversario e compleanno di lui. Lei si salvò, per Stefano nulla da fare. Da allora, suo padre, Alessio Feniello, non ha mai trovato pace…
A cura di Biagio Chiariello
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La tragedia dell’Hotel Rigopiano continua a tenere banco a distanza di ormai oltre 3 mesi da quel 18 gennaio, quando una valanga staccatasi dal Monte Siella ha ucciso 29 persone presenti nella struttura di Farindola, in provincia di Pescara. Tra queste anche Stefano Feniello, il 28enne originario di Valva (paese del Salernitano) e residente a Silvi Marina in Abruzzo. Il giovane era  in vacanza in montagna con la fidanzata, Francesca Bronzi, per festeggiare l’anniversario e il compleanno di lui, ma mentre la ragazza si è salvata, Stefano non è uscito vivo dai resti di Rigopiano.

Il padre di Stefano, Alessio Feniello, sin dall’inizio ha portato avanti una battaglia legale nei confronti dei responsabili del dramma. Ieri, dopo essere a conoscenza dei sei indagati, ha rilasciato un’intervista a il Mattino: “Se è così, se sono sei, sono pochi. In quell’elenco devono figurare anche il Prefetto, il presidente della Regione e la sottosegretaria Chiavaroli. Per me hanno responsabilità non indifferenti. Io stesso ho consegnato un esposto dettagliato in Procura in cui ho circostanziato quali sono queste responsabilità“ ha dichiarato il signor Feniello.

L’uomo ha parlato anche del suo rapporto con Francesca Bronzi dopo la tragedia. Sebbene la ragazza abbia inizialmente mostrato il suo dolore anche in tv rilasciando interviste, secondo l’uomo sarebbe poi sparita successivamente. Feniello ha infatti dichiarato: “Per ora non ci sentiamo. Il giorno della cremazione di Stefano lei e la sua famiglia erano tutti a Firenze a ringraziare e festeggiare i vigili del fuoco. Ma per me i vigili non vanno ringraziati. A mio parere hanno fatto soltanto il 30 per cento per quanto riguarda la questione di Stefano. E comunque, se pure avessero fatto l’altro 70 per cento, sono pagati per fare quello, fanno soltanto il loro lavoro. Posso ringraziare i volontari, invece: loro si comprano pure le divise“.

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