30 CONDIVISIONI

Renzi a Bergamo: “Se perdo referendum vado a casa”. Scontri tra manifestanti e polizia

Il premier ha ribadito che, in caso di sconfitta al referendum costituzionale, è pronto a dimettersi: “Non sono come tutti gli altri, come quelli che si aggrappano alla poltrona”. Tensione tra manifestanti e polizia per l’arrivo del premier in città.
A cura di Susanna Picone
30 CONDIVISIONI
Immagine

Oggi a Bergamo il premier Matteo Renzi lancia ufficialmente la campagna per il sì al referendum sulle riforme del prossimo ottobre. Renzi ha confermato che, in caso di sconfitta, lascerà la politica. Lo ha ribadito anche in una intervista al Tg1 durante la quale ha detto che è un fatto di “serietà” dire che il governo si dimetterebbe in caso di sconfitta al referendum. “Personalizzazione? No, è un modo di essere seri. Non sono come tutti gli altri, come quelli che si aggrappano alla poltrona”, ha detto il premier definendo il referendum “importantissimo”. “Si può decidere se continuare con 930 parlamentari o ridurli di un terzo, se continuare s pendere un sacco di soldi per la politica o mettere un tetto agli stipendi dei consiglieri regionali”, ha spiegato il presidente del Consiglio difendendo le riforme. “Finalmente – ha continuato – la classe politica non è quella del passato, che restava aggrappata alla poltrona. Noi non siamo la casta, siamo in prima linea per cambiare l'Italia ma non quelli degli inciuci”. Renzi ha anche avvertito la minoranza: la consultazione di ottobre non è il congresso: “Stavo in pensiero che la minoranza non avesse un pensiero critico ma è legittimo, noi non siamo un'azienda privata, non rispondiamo alla Casaleggio associati, siamo una comunità che discute. Ma a ottobre si fa un referendum sulla Costituzione e non sul congresso Pd”, così replicando a Gianni Cuperlo per il quale il referendum di ottobre sarà il vero congresso Pd.

Bersani: “Se al referendum vince il no Renzi non deve dimettersi” – Anche Pierluigi Bersani è intervenuto sul referendum costituzionale e sulla eventualità di dimissioni da parte del premier. Per Bersani, intervistato da La Stampa, Renzi non deve dimettersi in caso di sconfitta. “Trovo improprio che ci sia questo legame tra governo e Costituzione”, ha detto l'ex segretario Pd secondo cui “un voto sulla Costituzione non può essere né un referendum sul governo né il laboratorio di un nuovo partito”. Sulle imminenti elezioni amministrative Renzi ha detto che “si parla di sindaci”, “di chi deve mettere a posto le strade e governare i servizi” e non di chi sta al governo.

"Senza riforme paradiso di inciuci" –  “Se non passa il Paese va all'ingovernabilità”, ha detto ancora Renzi parlando da Bergamo della riforma costituzionale. “Accadrà il paradiso terrestre degli inciuci” perché – ha spiegato il premier – senza un partito con maggioranza si fanno gli accordi in Parlamento. “Se lo vinciamo, l'Italia diventerà un paese più stabile. Se lo perdiamo, vado a casa. Per serietà”, ha ribadito. Per Renzi il referendum “non è solo per i politici o per i costituzionalisti, impatta pesantemente sul futuro dell'Italia produttiva”. “Io adoro la politica ma ci sono troppi politici in Italia”, così ancora il premier intervenendo oggi da Bergamo. “Volete continuare con l'Italia come è adesso o portarla nel futuro?”, ha aggiunto riferendosi all'eliminazione del Senato così com'è ora e alla fine del bicameralismo, di cui, ha sottolineato, ha parlato anche Enrico Berlinguer. L'inizio dell'intervento di Renzi è stato interrotto da alcuni contestatori: “Non ci toglierete il buonumore. Se qualcuno fuori da qui o infiltrandosi qui può pensare che toglierà il buonumore della campagna referendaria ha totalmente sbagliato -ha detto il premier -. Faremo una campagna con il sorriso, cercheranno provocazioni, scontri, critiche. Noi siamo pronti a dialogare, faremo una campagna con il sorriso e l'entusiasmo”.

Proteste a Bergamo per l'arrivo di Renzi- Almeno una sessantina i i manifestanti che nella mattina di oggi sabato 21 maggio hanno protestato in Città Alta contro il premier in visita a Bergamo. Striscioni, cartelloni e cori da stadio contro il governo sono andati avanti per almeno fino a mezzogiorno, nei pressi del Teatro Sociale dove si stava tenendo il discorso di Renzi. Ma la polizia li ha tenuti a distanza.

30 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views