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Riforme: la Camera approva gli emendamenti. M5S: “Pronti a dimetterci”

Emendamenti approvati in un’Aula semivuota per protesta. L’ok definitivo atteso a marzo. Renzi: “Noi bene così, il rammarico è loro”. M5S sul piede di guerra minaccia dimissioni.
A cura di Biagio Chiariello
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 ORE 18.40 – M5S: “Pronti a dimissioni per andare al voto” – “Noi siamo sempre pronti a dimetterci se possiamo far cadere un Parlamento che non rappresenta più nessuno, ma questi sono più sogni che realtà”: lo ha detto Roberto Fico, membro del direttorio M5S, commentando il post in cui Beppe Grillo invita le opposizioni a dimettersi per tornare al voto. Anche Alessandro Di Battista ha detto che i parlamentari del M5S sono pronti alle dimissioni per far cadere il Parlamento e andare alle urne: “Siamo certi che le altre opposizioni non lo faranno, sono attaccati alle poltrone”, ha aggiunto. “Sulla questione delle riforme istituzionali siamo al limite del colpo di Stato bianco, quello che non si fa con carri armati e rastrellamenti, ma con colpi di mano di maggioranza. C’è una sola via d'uscita: sciogliere il Parlamento ed andare subito a nuove elezioni”, aveva scritto il comico genovese sul suo blog dopo quanto accaduto durante i lavori in Parlamento.

"Credo che a rammaricarsi debbano essere il centrodestra, le opposizioni. Noi bene così, andiamo avanti". Sono le parole del premier Matteo Renzi che chiude la maratona notturna alla Camera per il ddl Riforme. In un aula semivuota Montecitorio ha terminato l'esame degli emendamenti e quindi approvato gli articoli che riscrivono la Costituzione. In particolare, quelli relativi al coordinamento, alle disposizioni transitorie e a quelle finali nonché l'articolo relativo all'entrata in vigore delle norme. L’ok è stato salutato da un applauso dei deputati del Pd, che si sono anche alzati in piedi. Un applauso al quale hanno assistito in pochi. Le opposizioni infatti, come annunciato, non erano ai loro banchi, con l'eccezione di una manciata di parlamentari del M5S e di Fi "a presidio – secondo quanto raccontano loro stessi – del regolare andamento dei lavori". Assenze che sono "una ferita istituzionale", ammette però il deputato Pd Ettore Rosato chiudendo i lavori dell'Assemblea che vengono accolti da un applauso dei deputati. Anche se, aggiunge, "il percorso è ancora lungo e riusciremo a fare in modo che tutti sentano propria".

La riforma sarà sottoposta a referendum

Per il via libera finale al provvedimento bisognerà aspettare i primi giorni di marzo. Sarà il secondo dei quattro voti necessari, due della Camera e due del Senato, ma senza la maggioranza dei due terzi delle assemblee sarà necessario il referendum popolare confermativo. In tal senso Renzi, ha avvertito: “La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente sarà con noi o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo”, ha scritto su Twitter. Conclusa la votazione notturna, ha ringraziato i deputati che hanno approvato gli emendamenti al ddl Boschi e ha lanciato una stoccata agli avversari politici: “Grazie alla tenacia dei deputati terminati i voti sulla seconda lettura della riforma costituzionale. Un abbraccio a #gufi e #sorciverdi“.

Gli emendamenti approvati alla Camera

Tra le novità approvate dalla Camera c'è anche una modifica alla maggioranza parlamentare necessaria a deliberare lo stato di guerra: d’ora in poi per l’ok, che però con la riforma spetterà alla sola Camera dei deputati, sarà necessaria la maggioranza assoluta dei voti e non più solo quella semplice. Un passo che rappresenta un ragionevole punto di “mediazione” secondo il ministro Boschi. Opinione non condivisa da tutti: “Con una legge elettorale maggioritaria”, ha detto Rosy Bindi, “che darà il 54-55% a chi vince, questo emendamento non è sufficiente a garantire che in futuro vi sia il rispetto della Costituzione”.

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