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Riforma pensioni, al vaglio l’estensione della 14esima e “no tax area” per i redditi bassi

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini spiega al Corriere della Sera quali sono gli interventi che il governo ha intenzione di apportare al settore della previdenza sociale.
A cura di C. M.
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In un'intervista concessa al Corriere della Sera, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Tommaso Nannicini spiega quali saranno le modifiche che l'Esecutivo intende apportare in materia pensionistica. Nelle ultime settimane, infatti, sul tavolo sono finite numerose proposte di riforma delle pensioni, dallo "sconto" per il ricongiungimento degli anni universitari, alla "no tax area", fino all'estensione della quattordicesima mensilità ai pensionati che attualmente risultano essere privi dei requisiti per ottenerla. "Si potrebbe aumentare la 14esima per chi la riceve, allargare la platea dei beneficiari fino alle pensioni da mille euro, e anche completare il percorso che equipara la no tax area dei pensionati a quella dei lavoratori dipendenti. Non sono interventi che si escludono a vicenda. E producono tutti effetti benefici sui redditi bassi da pensione. Dipenderà dalle risorse disponibili", spiega Nannicini. I sindacati, sottolinea allora il cronista del Corriere, hanno giudicato troppo esiguo lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro per la riforma delle pensioni, vorrebbero che sul piatto fossero messi almeno 2,5 miliardi.

A questa richiesta, però, Nannicini ha risposto facendo notare che quel miliardo e mezzo altro non era che una cifra "completamente inventata", che le "volontà del governo la esprime il governo, non fonti anonime" e che la reale cifra che verrà messa a disposizione sarà annunciata a settembre, a ridosso della Legge di Bilancio. "Il quadro macro lo vedremo a settembre. Io resto fiducioso che già da questa legge di Bilancio si possano dare risposte concrete e ispirate a un criterio di equità sociale. Penso ai lavoratori con contribuzioni in gestioni diverse che non dovranno più pagare odiosi oneri per ricongiungerle, ai precoci, agli occupati in lavori usuranti o rischiosi, ai pensionati con redditi bassi", spiega il sottosegretario.

Nannicini, inoltre, smentisce l'ipotesi circolata nelle scorse settimane che vedeva come probabile l'istituzione di un "contributo di solidarietà" da prelevare ai titolari di pensioni più alte della media per finanziare le misure che verranno messe in campo: "Non ci sarà nessun contributo. Le misure di cui si discute per questa legge di Bilancio sono altre e note" e durante la fase due del confronto con i sindacati verranno discusse una serie di modifiche che potrebbero entrare in gioco successivamente: "Nel contributivo, cioè per chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995, i salari sopra 100.000 euro — salari, non pensioni — godono già della facoltà di non contribuire oltre al sistema pubblico. In altri Paesi, questo ‘opting out' non è gratis ma sottoposto a un piccolo contributo per aiutare chi resta nel sistema pubblico. Penso se ne possa parlare. Ma non è un tema per l’oggi e con gli assegni pensionistici non c’entra".

In relazione al tanto discusso Ape, ovvero l'anticipo di pensione che si vorrebbe proporre a quei pensionandi che necessitano di uscire dal mercato del lavoro qualche anno prima rispetto ai limiti imposti dalla riforma Fornero, Nannicini risponde alle critiche del segretario della Cgil Susanna Camusso, la quale sostiene sarebbe "innaturale per un lavoratore a fine carriera indebitarsi per 20 anni sulla propria pensione" e che per questo motivo l'Ape così congegnato sarà un flop:"Le polemiche della Camusso mi sembrano indietro di qualche mese. Il che è già un passo avanti visto che a volte la Cgil, discutendo di tutele nel mercato del lavoro, è apparsa indietro di qualche anno. A me interessa la sostanza. E la sostanza è che si comincia a capire che con l’Ape una platea significativa di beneficiari in condizioni di bisogno riceverà un reddito ponte verso la pensione senza doverlo ripagare, grazie a un bonus fiscale".

Il prestito mediante banche e assicurazioni è necessario perché "non si hanno a disposizione dai 5 ai 10 miliardi per risolvere gli stessi problemi". Inoltre, Nannicini sottolinea che durante il tavolo di concertazione tra governo e sindacati è stato chiesto se esistessero "soluzioni migliori purché non costassero dieci volte tanto. Non sono arrivate risposte".

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