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Riforma della Rai al Senato. Fico (M5S): “Legge da bloccare assolutamente”

È in discussione al Senato della Repubblica il disegno di legge di riforma della Rai e del sistema radiotelevisivo. E il Movimento 5 Stelle annuncia battaglia parlamentare.
A cura di Redazione
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È cominciato, dopo un lungo lavoro in Commissione, l’esame del Senato sul disegno di legge di riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo, di iniziativa del ministro dello Sviluppo Economico Guidi, di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan (assieme al quale saranno discussi i disegni di legge “in materia di abolizione del canone di abbonamento alle radioaudizioni e alla televisione”, quello “per la dismissione della partecipazione dello Stato nel capitale della società RAI-Radiotelevisione italiana Spa” e altre proposte in materia di riforma del sistema radiotelevisivo).

Si tratta di un progetto sul quale punta molto lo stesso Presidente del Consiglio Matteo Renzi (che lo ha annunciato qualche mese fa nel corso di una apparizione televisiva), ma che incontra grande perplessità tra l’opposizione parlamentare. Ad evidenziare le criticità del disegno di legge è stato oggi Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, con un lungo post pubblicato sui suoi profili social e ripreso anche dal blog di Beppe Grillo.

Per Fico si tratta di una legge da cambiare ad ogni costo, soprattutto perché metterebbe la Rai nelle mani del Governo. “In nessun altro Paese in Europa l’amministratore delegato della televisione pubblica è nominato dal governo”, spiega Fico, continuando: “Una scelta per la Rai, quella fatta dal primo ministro e dal Pd, che minerebbe il principio di indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo (e di conseguenza le basi della democrazia) spingendo l’Italia nel novero dei Paesi con le peggiori normative in materia”. Il Movimento 5 Stelle ha invece elaborato una proposta alternativa, che mette insieme una serie di proposte:

– La “incandidabilità” a consigliere di amministrazione Rai di soggetti che abbiano rivestito cariche elettive (parlamentari, consiglieri regionali, ecc.) o di governo o che abbiano avuto incarichi nei partiti nei 5 anni precedenti la nomina.

– Precise incompatibilità: i consiglieri Rai non potranno ricoprire nessun altro ufficio pubblico e privato, né potranno aver alcun interesse nelle imprese nei settori delle comunicazioni, dell’audiovisivo, della pubblicità e in tutti gli ambiti relativi alla fornitura e alla somministrazione di beni e servizi alla Rai. Stop, dunque, ai conflitti di interesse.

– Competenze specifiche e distinte: i consiglieri dovranno aver maturato una significativa esperienza manageriale nei settori dell’audiovisivo e delle comunicazioni elettroniche. Anche per questo vogliamo un cda ripartito in aree diverse, individuate con riferimento alle sfide che la Rai è chiamata ad affrontare nel prossimo futuro.

– L’introduzione di un Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale: chiediamo che l’Ad faccia trasparenza totale su incarichi e compensi in Rai e che i cittadini vengano messi nella condizione di conoscere curricula e retribuzioni e di essere informati sull’attività del cda e sui criteri e le modalità di assegnazione di tutti gli appalti. Pretendiamo, in una parola, trasparenza.

– L’amministratore delegato deve essere nominato dallo stesso cda (e non dal governo) e i consiglieri devono essere scelti attraverso una procedura pubblica, aperta e trasparente, basata su merito e indipendenza.

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