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Riforma costituzione: il Senato approva con 180 sì. Opposizioni: “Renzi autoritario”

Il Senato ha approvato la Riforma Costituzionale con 180 voti favorevoli.
A cura di Redazione
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Ore 21.15 – Il Senato approva la riforma Costituzionale: i sì sono 180, i no 112, un solo astenuto. Le opposizioni hanno negato l'appoggio al provvedimento ed hanno attaccato il ddl Boschi perché produce "un uomo solo al comando" e "il rischio autoritarismo". La maggioranza ribatte: nessun pericolo per la democrazia, si velocizzerà il processo legislativo. Ora l'esame della riforma ripasserà alla Camera. Al referendum, previsto ad ottobre, le opposizioni voteranno "no" mentre la maggioranza voterà "sì". Duro il commento di Berlusconi: "Renzi si è costruito un sistema che deve andare bene solo per lui. Un vero e proprio regime. Siamo in Paese servo di un regime illegittimo. Renzi è lì contro la volontà degli elettori".

Ore 17:45 – Renzi in Aula per il voto finale del Senato della Repubblica: "Ringrazio voi senatori che avete scelto di scrivere la storia, perché questa giornata non ha precedenti nella storia delle istituzioni europee. Questo Paese si è impegnato sulle riforme, con un programma considerato ambizioso dagli amici e impossibile per gli avversari, ora siamo qui a parlare dei risultati raggiunti". Poi, dopo aver spiegato i passaggi essenziali del provvedimento, affonda: "Noi non tocchiamo il sistema di pesi e contrappesi impostato dalla Carta Costituzionale, non andiamo a incidere sul ruolo della Presidenza della Repubblica e sugli organismi di contrappeso. Ci vuole onestà intellettuale nel prendere atto che questa riforma cerca di rendere meno ingessato un sistema parlamentare che ha prodotto 63 Governi e procedure talmente farraginose da essere unanimemente considerate da cambiare". Infine: "Ora andiamo a vedere con chi sta il popolo, perché sono gli italiani i nostri punti di riferimento. Noi andremo casa per casa a spiegare le nostre ragioni, e ci prenderemo le nostre responsabilità. Se io perdessi il referendum considererei conclusa la mia esperienza politica".

Nella giornata di oggi, il Senato della Repubblica darà il via libera al disegno di legge Renzi – Boschi di riforma della Costituzione. Si tratta della seconda lettura del dddl 1429 – D, “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, che dovrà essere poi nuovamente esaminato e approvato dalla Camera dei deputati, per poi essere oggetto del referendum confermativo (senza quorum, ricordiamolo).

Il testo è stato introdotto dalla relazione di Anna Finocchiaro, malgrado l’esame Affari Costituzionali non ne avesse ancora terminato l’esame in sede referente. La discussione generale è proseguita poi a oltranza, con la mobilitazione delle opposizioni e, in particolare, del Movimento 5 Stelle. I senatori grillini hanno infatti deciso di contestare la riforma del Governo con la “notte bianca della democrazia”, intervenendo in massa nella discussione del provvedimento con discorsi nei quali hanno ripreso commenti, critiche e suggerimenti raccolti in questi giorni tra i militanti 5 Stelle. Nella lettura del Movimento, la riforma nasconde il vero obiettivo del Governo, che è quello di “piegare la Costituzione per creare un sistema che, combinato con la legge elettorale, consegni il Paese nelle mani di un premier affetto da manie di grandezza”.

La “notte bianca” in Senato si è conclusa però prima del previsto: dopo una richiesta di verifica, la Presidenza ha dovuto prendere atto del fatto che l’Aula non fosse in numero legale e si è trovata costretta prima a sospendere la seduta, poi a rinviare tutto alla mattina.

Alla ripresa della discussione, tra i tanti interventi, si segnala anche la presentazione della proposta di legge (ordinaria) per eleggere i senatori, avanzata dalla minoranza del Partito Democratico. Si tratta di una proposta che dovrebbe servire a dare attuazione concreta alla "mediazione" raggiunta all'interno del PD sui meccanismi di elezione dei futuri senatori. Parallelamente, a Palazzo Madama ci sarà anche la conferenza stampa dei comitati per il NO, che già si preparano alla battaglia del referendum confermativo.

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