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Riforma Costituzione, ok all’articolo 1. Decisivo il “canguro”, tra le polemiche

Torna il “canguro” al Senato: emendamenti raggruppati e discussione tagliata sull’articolo 1. E in Aula è scontro fra maggioranza e opposizione.
A cura di Redazione
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Ore 19 – Riforme: nessun emendamento governo ad art.2, lo dice la Boschi – "Non ci sarà un emendamento del governo all'art. 2 del ddl riforme", lo ha assicurato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi ai giornalisti. "La linea del governo è che sulle minoranze linguistiche sia più logico rimettersi all'Aula. Si tratta di una questione tecnica che ai fini della riforma è indifferente", hanno spiegato  fonti di Palazzo Chigi all'Ansa.

Ore 14:00 – Via libera, tra le contestazioni dell'opposizione, all'articolo 1 del disegno di legge Renzi – Boschi: la maggioranza ottiene 172 sì, 108 no e 3 astenuti.

Ore 12:45 – Ok del Senato della Repubblica all'emendamento "canguro" a firma del senatore Cociancich: i voti favorevoli sono stati 177. M5S e Lega non hanno partecipato al voto dopo aver duramente contestato la decisione del Presidente Grasso di dichiarare dunque preclusi gli altri emendamenti "successivi".

In Aula le opposizioni protestano e Calderoli agita un dollaro:

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Continua la discussione al Senato della Repubblica del disegno di legge costituzionale Renzi Boschi e continua lo scontro in Aula tra maggioranza e opposizione. Dopo la decisione di Grasso di dichiarare irricevibili i 72 milioni di emendamenti presentati dal senatore della Lega Nord Roberto Calderoli, lo scontro è ripreso sulle proposte di modifica all’articolo 1. La maggioranza ha infatti presentato un “emendamento canguro”, a firma del senatore Cociancich, che dovrebbe consentire di tagliare la discussione su tutte le proposte di modifica all’articolo 1, anche quelle dichiarate ammissibili dalla Presidenza (l'emendamento in sostanza riscrive parte dell'articolo 55 della Costituzione, sulle funzioni del Senato della Repubblica).

Si tratta di una pratica già adottata nel luglio 2014, quando la maggioranza utilizzò la regola del canguro per tagliare la discussione nel primo passaggio al Senato del disegno di legge costituzionale. In quella data, Grasso chiese un parere alla Giunta per il Regolamento, che confermò la possibilità della Presidenza di avvalersi della regola del canguro anche per i disegni di legge costituzionale.

Che cos’è la regola del canguro

In sostanza si tratta della “votazione delle parti comuni degli emendamenti con conseguente effetto preclusivo sugli emendamenti successivi in caso di reiezione”. In sostanza, con un singolo emendamento si accorpano una serie di emendamenti simili (nel merito e nella forma) che, nel caso di “preclusione”, vengono tutti dichiarati decaduti. Dal punto di vista regolamentare, la questione è piuttosto complessa (e qui abbiamo provato a riassumerla):

I precedenti cui si fa riferimento sono "la legge costituzionale sulla devolution del 2002 e la legge costituzionale del 2004 di riforma della Parte II della Costituzione; questi sono i precedenti in cui è stata applicata tale regola, nello specifico dal presidente Pera per una prassi consolidata con il precedente che risale al presidente Mancino con un parere della Giunta per il Regolamento".

Insomma, la questione è ricondotta alle prerogative del Presidente del Senato ed il riferimento (rilanciato anche dalla scheda diffusa dalla Presidenza) è agli articoli 100 ("Il Presidente può stabilire, con decisione inappellabile, la inammissibilità di emendamenti privi di ogni reale portata modificativa e può altresì disporre che gli emendamenti intesi ad apportare correzioni di mera forma siano discussi e votati in sede di coordinamento") e 102 del Regolamento del Senato (Il Presidente ha facoltà di modificare l'ordine delle votazioni quando lo reputi opportuno ai fini dell'economia o della chiarezza delle votazioni stesse).

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