Restitution day, il M5S festeggia: “16 milioni alle piccole imprese con taglio stipendi”
Giornata di celebrazioni oggi per il Movimento Cinque stelle che ha voluto festeggiare inbsieme i primi tre anni di Restitution day, l'iniziativa che prevede un taglio fisso agli stipendi dei propri parlamentari, e il primo anno dall'avvio dei finanziamenti erogati grazie al fondo di garanzia per le piccole e medie imprese italiane creato con i risparmi. "Un'operazione di successo", assicurano i pentastellati che oggi hanno raccontato i numeri del progetto in una conferenza stampa al Senato. "In 3 anni 130 parlamentari 5 stelle tagliandosi lo stipendio hanno risparmiato 16 milioni di euro. In realtà sono 17 ma 16 milioni sono andati al progetto di microcredito per i cittadini che non hanno lavoro e vogliono aprire un negozio, uno studio professionale, un’industria", ha spiegato il vice presidente della Camera e membro del Direttorio del M5S, Luigi Di Maio, presentando i risultati dell'impresa.
"È un anno che i soldi dei nostri stipendi vanno alle imprese italiane. Sono 1800 imprese italiane nate con i soldi dei nostri stipendi. Questo non risolve i problemi del paese ma certo ispirerà il cambiamento del paese" ha proseguito Luigi Di Maio non rinunciando ad attaccare gli altri gruppi parlamentari. "Con questi numeri è facile trarre le conclusioni: se tutti i parlamentari facessero come noi a fine legislatura i risparmi possibili sarebbero di circa 300 milioni di euro" ha spiegato infatti Di Maio , aggiungendo: " Una cifra che si potrebbe destinare per mettere mano al dissesto idrogeologico del Paese, o bonificare le scuole del Paese dall'amianto o per mille altre operazioni utili per tutti i cittadini. Stiamo parlando di una cifra 4 volte superiore a quella annunciata da Renzi per le riforma costituzionali, che si potrebbe ottenere tra l'altro subito e senza stravolgere la Costituzione. Allora io chiedo a Renzi di chiedere alla sua maggioranza di fare come noi".
Al momento l'operazione ha portato a 1.852 finanziamenti ma si pensa di raggiungere quota 4000. In totale da inizio legislatura tra taglio agli stipendi, restituzione dei rimborsi non utilizzati e rinuncia al finanziamento pubblico ai partiti per 42,7 milioni di euro, il M5s ha rinunciato a 60,3 milioni, con una stima a fine legislatura di circa 70 milioni di euro. "Alimentare il fondo è stato molto semplice. Non abbiamo aspettato la legge, ma ci siamo autoimposti di fare politica con meno soldi possibile, da subito. E ce l’abbiamo fatta" spiegano dal M5s, concludendo: "In particolare ci siamo più che dimezzati l’indennità lorda. Da 11.281 euro a 5.000 euro, vale a dire circa 3.000 euro netti – Abbiamo restituito la parte della diaria (3.500 euro) non spesa, rendicontando per filo e per segno quella spesa. Lo stesso abbiamo fatto per i rimborsi delle spese di mandato. Altri 3.690 euro rendicontanti, se spesi, altrimenti restituiti – Ci siamo impegnati a restituire il Tfr, chiamato indennità di fine mandato e abbiamo rifiutato le indennità per la cariche aggiuntive".