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Renzi: “Voto nel 2018, se gli italiani diranno ok farò secondo e ultimo giro”

Il Premier: “Un anno dopo l’Italia si è rimessa in moto, 80mila posti in più dall’inizio del governo.
A cura di Antonio Palma
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"Il Paese è vivo, c'è fiducia nelle riforme e convinzione che le cose si fanno", ne è convinto il Premier Matteo Renzi che intervistato questa sera alla trasmissione Virus su Raidue ha assicurato: "Sono assolutamente certo che l'Italia si è già rimessa in moto", anche perché "il Paese è vivo e dinamico". "Grazie al sentimento di fiducia sulle riforme e alla convinzione che le cose si fanno, l'Italia è in moto" ha spiegato il Presidente del Consiglio dicendosi sicuro di poter portare avanti il suo Esecutivo almeno fino al 2018. "Per me si vota nel 2018 e il mio unico obiettivo è cambiare l'Italia" ha sottolineato infatti Renzi, aggiungendo: "Se quindi gli italiani diranno Renzi a casa io vado a casa, se dicono è stato bravo facciamogli fare un altro giro, farò il secondo e ultimo giro perché al massimo si fanno due giri". Facendo un bilancio del primo anno di governo, il Premier poi ha spiegato che il suo Esecutivo ha messo in cantiere numerose riforme strutturali elencando tra altre cose il provvedimento sugli 80 euro e le misure sulla pubblica amministrazione e sulla riforma del lavoro.

"È iniziata una faticosa ripartenza"

Nel primo anno di governo "alcune cose sono state difficili, altre sorprendenti" ha ricordato Renzi, aggiungendo: "Abbiamo presentato, rispettando tutti i crono programmi, le proposte. Poi qualcosa è andata meglio, qualcos'altro male". "Sulle riforme, a partire da quella del Senato, stiamo andando avanti a un ritmo inatteso per i più. Abbiamo corso su tante cose ed è normale ci siano resistenze. Avrei voluto correre molto di più. Ma tante cose sono fatte" ha proseguito il Presidente del Consiglio. "L'obiettivo è di cambiare comunque le cose" ha sottolineato Renzi, spiegando che sulle riforme istituzionali gli italiani decideranno con il referendum nel 2016. "Il paese ha perso una occasione importante, fare le riforme a tempo debito durante la crescita, così come fece Schroeder che ha consentito poi alla Merkel di passare all'incasso" per questo " In dieci anni è stato perso un milione di posti di lavoro" ha ricordato Renzi, aggiungendo: "Ora però è iniziata una faticosa ripartenza: ci sono circa 80 mila posti in più dall'inizio del governo".

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