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Renzi: “Ue immobile su migranti e crescita. Sui soldi per terremoto non discuto nemmeno”

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, riferendo alla Camera stamane, ha a lungo parlato dell’Unione europea, criticando il “frenetico immobilismo” che sta caratterizzando l’assenza di risposte concrete alle istanze dei cittadini e attaccando inoltre il tergiversare delle istituzioni europee i fronte alla richiesta dell’Italia di scomputare le spese relative al terremoto e all’accoglienza migranti.
A cura di Charlotte Matteini
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Matteo Renzi, riferendo alla Camera in vista del prossimo Consiglio d'Europa, critica l'Unione europea sostenendo che la risposta delle istituzioni Ue sarebbe caratterizzata da "frenetico immobilismo" e che nonostante i numerosi vertici, di Berlino, Bruxelles e Bratislava, ancora gli Stati membri non sono giunti a una soluzione condivisa. "Dopo i vertici di Berlino, Bruxelles e Ventotene dove avevamo immaginato per Bratislava un significativo programma di riforme, ambizioso per il futuro, abbiamo dovuto realizzare che il frenetico immobilismo portasse poco più che a niente. Un documento banale, somma di tanti riassunti, elenco di buone promesse assolutamente non all'altezza della grande sfida Ue". Proseguendo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha spiegato che l'Europa ha sicuramente subito un duro shock con la Brexit, la quale avrebbe provocato numerose incertezze per il futuro, sottolineando come al prossimo Vertice, che si terrà a marzo 2017 a Roma, sarà necessario arrivare con proposte concrete, che mirino a costruire un futuro solido per gli Stati europei e possano dare risposte concrete ai cittadini di tutta l'Ue.

"Il vertice di Roma 2017 vuole raccontare alle nuove generazioni cosa può essere l'Europa. La mia proposta è che i gruppi parlamentari aiutino lavorando insieme sulla base di proposte concrete ma anche di un ideale condiviso. Sarebbe bello se anche il Parlamento italiano accompagnasse il percorso del 2017″, ha spiegato Matteo Renzi, sottolineando che la proposta italiana sarà decisiva e sostenendo inoltre che tutte le critiche mosse dall'Esecutivo italiano alle istituzioni europee siano ben circostanziate e mai fuori luogo, perché ora come ora è necessario un cambio di passo: "Il tempo della proposta non può essere sganciato dalla constatazione che quando le cose vanno male bisogna dirlo. Autorevoli commentatori hanno detto che l'atteggiamento italiano dopo Bratislava era sbagliato e fuori luogo. Non è passata una settimana che Juncker si è recato in una sede istituzionale ufficiale per usare quelle stesse parole e dare lo stesso giudizio che avevamo dato noi".

Riguardo il tema dell'accoglienza migranti, Renzi ha evidenziato che "la Ue si accinge a discutere il prossimo bilancio, nei prossimi mesi si tornerà a discutere la divisione del bilancio Ue. E' fondamentale che l'Italia sia promotrice di una posizione durissima nei confronti dei paesi Ue che hanno ricevuto molti denari dalla comune appartenenza e in questa fase si stanno smarcando dai propri impegni sulla ricollocazione degli immigrati. Il fatto che il mancato riferimento all'Africa sia stato da noi brutalmente stigmatizzato ha portato a una rinnovata vitalità e attenzione sul tema. Altri leader europei in visita in Africa e il tema finalmente è all'ordine del giorno della discussione in modo meno superficiale del passato". Secondo il presidente del Consiglio sarebbe necessario inoltre "dire con chiarezza che ai compiti che derivano dall'appartenenza all'Ue corrispondono uguali obblighi, è cruciale in questa fase. Gli aspetti positivi devono essere equilibrati da aspetti negativi. Il bilancio dell'Ue dovrà fare chiaramente riferimento a chi dice sì e dice no alla ricollocazione", ha sottolineato, sostenendo inoltre – ricollegandosi al patto di bilancio e alla richiesta di scomputo delle spese per l'accoglienza migranti e la ricostruzione delle zone terremotate colpite dal sisma dello scorso 24 agosto, che un Paese che si trova a fronteggiare simili incombenze non può permettersi di soggiacere a regole burocratiche discutibili: "Ho trovato allucinante una parte della discussione di queste settimane in Italia. Qualcuno mi ha detto: ma come, chiedete di scomputare dal Patto le spese per il terremoto? La risposta è minima: in una dinamica nella quale un Paese come il nostro in sette anni ha vissuto tre terremoti come quello de L'Aquila, dell'Emilia e adesso quello di Amatrice, Accumoli ed Arquata, può permettersi di soggiacere a regole burocratiche e teoriche, scritte in modo discutibile e comunque interpretabile ciascuno nel modo che preferisce per non guardare alle esigenze dei propri cittadini? E' inaccettabile soltanto che qualcuno lo pensi".

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