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Renzi snobba le critiche Ue e tira dritto sul superamento del fiscal compact: “Serve agli italiani”

Il segretario del Pd sostiene che la sua proposta di superare il fiscal compact e tornare ai parametri di Maastricht dovrebbe essere sostenuta anche dalle altre forze politiche italiane e che la sua linea, alla fine, passerà anche a Bruxelles.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il segretario del Pd Matteo Renzi torna a parlare di Ue e del dibattito sui conti pubblici e sul superamento del fiscal compact con l’Unione: una battaglia che, secondo l’ex presidente del Consiglio, è “un film già visto” quando c’è stato, tre anni fa, lo scontro sulla flessibilità. Negli scorsi giorni Renzi ha proposto di rottamare il fiscal compact, l'accordo che vincola i Paesi Ue che lo hanno sottoscritto a rispettare alcune regole riguardanti il disavanzo pubblico e la riduzione del debito, per tornare per un periodo di cinque anni ai parametri di Maastricht con un deficit al 2,9%. Secondo il segretario del Pd, questa operazione metterebbe a disposizione circa "30 miliardi" per la crescita e per la riduzione della pressione fiscale. La Commissione europea, però, è già intervenuta in merito chiedendo all'Italia di rispettare le regole applicate, escludendo di fatto l'ipotesi avanzata da Renzi.

In un’intervista a Radio Kiss Kiss Renzi è ritornato sul tema della flessibilità, sostenendo che “nel giro di sei mesi ce la siamo presa”. Il segretario del Pd definisce quella operazione un “successo politico”, e partendo da questo presupposto rilancia la proposta di “tornare a Maastricht”, un’idea che “sarà ripresa perché è talmente forte e articolata che segnerà il dibattito e la partita la vinceremo”.

Secondo Renzi, quindi, “chiunque sarà presidente del Consiglio” prenderà in considerazione la proposta di superamento del fiscal compact e il ritorno ai parametri di Maastricht con il deficit al 2,9%. Il segretario del Pd si appella quindi alle altre forze politiche del Paese: “Capiscano che non è solo la proposta di Renzi, ma serve agli italiani: se potessimo con la riduzione del debito avere un margine di 30 miliardi, potremmo allargare la platea degli 80 euro o introdurre l’assegno universale per i figli”.

Dopo l'intervista, Renzi ha ribadito il concetto espresso a Radio Kiss Kiss con un post su Facebook:


Nei fatti questa operazione è il secondo tempo della battaglia sulla flessibilità. E fateci caso: le reazioni degli europei sono le stesse, identiche anche nelle parole, alle reazioni di tre anni fa. Quando iniziammo a parlare di flessibilità tutti ci guardarono come fossimo pazzi. Tutti ci dissero: sarà impossibile, è contro le regole. Eppure l'Italia ce l'ha fatta, abbiamo ottenuto il risultato. Ce la faremo anche stavolta, amici.
Essere europeisti non significa dire sempre sì a tutto quello che chiedono da Bruxelles, ma fare proposte a cominciare dagli investimenti in ricerca, dal servizio civile per giovani europei, dagli eurobond, dall'elezione diretta del Presidente della Commissione.
Noi siamo per l'Europa, davvero.
Questo tema del Ritorno a Maastricht segnerà la prossima legislatura: Martina e Nannicini stanno lavorando a un seminario tecnico di livello per discuterne nel merito.
Noi facciamo proposte su cui confrontarci sul serio.
Perché la politica è questo, non giocare a chi urla più forte. Avanti, insieme.

Renzi è inoltre tornato, durante l’intervista con Radio Kiss Kiss, anche sulla polemica sui migranti scaturita da alcune sue parole: “Aiutiamoli davvero a casa loro è una frase di buon senso, il 99% degli italiani dice una cosa semplice, dobbiamo salvare tutte le vite umane e integrare chi viene da noi, tuttavia non possiamo pensare che vengano tutti da noi”. Il segretario del Pd, sul tema, ha concluso che esiste un “numero chiuso oltre il quale non si può andare perché l’Italia non può essere il Paese che accoglie tutti”.

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